BRUXELLES – L’Europa si spacca. Riesce a mettere in piedi una ‘Unione di bilancio’, fatta di rigore e stretta, per recuperare la credibilità dell’euro e garantire la tenuta della moneta unica.
Ma lo fa solo a ’23’ e sotto forma di accordo intergovernativo. Una sorta di cooperazione rafforzata cioè che riesce a mettere insieme i 17 paesi di eurolandia, più altri sei, ma non la Gran Bretagna che (con l’Ungheria) si sfila e sancisce di fatto la temuta frattura.
Un’intesa al ribasso per colpa di Londra, rimarca il presidente francese Nicolas Sarkozy lasciano la sede del vertice europeo all’alba, dopo una maratona negoziale durata tutta la notte. Ma su cui si punta per recuperare ”credibilità”, spiegano i vertici Ue, mentre Angela Merkel parla di un ”buon risultato per l’euro”.
Il presidente del consiglio europeo, Herman van Rompuy, non nasconde che sarebbe stato meglio fosse nata all’insegna della ”unanimità”. Ma il patto rappresenta comunque un ”passo importante” per i Paesi che l’hanno sottoscritto e che si ”impegnano” a onorare – rassicura – nonostante non vi siano per ora vincoli ”giudici”: chi lo ”ha adottato ha preso l’impegno ad una modifica dei trattati”.
In particolare i 23 recepiranno la stratta di bilancio nelle rispettive costituzioni, faranno partire – anticipandolo – il fondo permanente salva-stati (Esm) a luglio 2012 con il coinvolgimento della Bce nella gestione operativa (ma non diventerà una banca), rifinanzieranno per 200 miliardi di euro l’Fmi, adotteranno sanzioni automatiche e lasceranno fuori i privati dalle ristrutturazioni del debito.
Un’ipotesi, quella del patto a ’17+’ fattibile realisticamente entro marzo, ventilata già in mattina da fonti Ue e confermata dalla cancelliera Angela Merkel che, arrivando a Bruxelles, era apparsa determinata sulla sua posizione: non so – aveva detto – se sarà possibile raggiungere un accordo a 27. Nel caso contrario – aveva aggiunto – si sarebbe passati ad un assetto a 17 aperto, ai paesi che volevano parteciparvi.
Un patto che – spiega Van Rompuy – vedrà presenti e protagoniste le istituzioni europee, impegnate ”in questo esercizio”. Un esercizio del tutto nuovo e da verificare. Per il quale l’Italia avrebbe preferito un approccio ”comunitario” a 27 che evitasse spaccature e rilanciasse la strada del rafforzamento del mercato interno, anche in chiave crescita.
Il professore incassa comunque una nuova promozione dai leader per i ‘compiti a casa’: ”Abbiamo accolto con favore le misure dell’Italia che rappresentano un grande sforzo”, ha detto il presidente del Consiglio Ue commentando la manovra con cui Roma si è presentata a Bruxelles. Manovra da oltre 20 miliardi di correzione che prevede anche una riforma delle pensioni, così come chiesto e preteso da Bruxelles.
Ora, alla finestra ci sono i mercati che ieri non hanno nascosto il nervosismo con le borse tornate in profondo rosso e gli spread di nuovo in volata. Pronti a giudicare se l’Europa ha centrato il suo obiettivo: ridare credibilità alla moneta unica in un vertice che – aveva sottolineato Srakozy – era probabilmente ”l’ultima chance” mentre dall’America Obama si diceva preoccupato chiedendo al vecchio continente di mettere in campo la sua ”volontà politica”.