ROMA – Pro Europa 506, sovranisti 179. Questi i seggi nel Parlamento europeo appena votato. Votato dagli elettori, non da “burocrati di Bruxelles”. I seggi sono 751, se li si allineano secondo la discriminante pro Ue versus sovranisti, 66 sono di difficile collocazione risultando 28 assegnati alle forze di estrema sinistra e 38 a formazioni minori spesso espressione di minoranze anche territoriali. Pro o contro la Ue questi 66? Dipende, oscilla, non sono definitivamente né nell’uno né nell’altro campo.
Nettamente schierati invece gli altri detentori di seggi, gli altri eletti. I sovranisti di ogni famiglia (attualmente ne sono individuabili tre di famiglie) fanno 58 seggi più 56 seggi più 58 seggi. Cui se ne aggiungono altri sette di una famiglia minore. Insomma Salvini più Le Pen, più Farage più altri sovranisti d’Europa fanno 179 seggi, il 24 per cento del Parlamento.
Dall’altra parte i pro Ue e cioè i Popolari (179 seggi), i Socialisti (150 seggi), i Liberali (107 seggi), i Verdi (70 seggi). Tutti per non smontarla la Ue, l’Unione Europea. Tutti per mantenerla la Ue, l’Unione europea. E tutti insieme fanno 506 seggi, il 65 per cento del Parlamento europeo, il 65 per cento della volontà popolare.
Non sarà semplice e automatico mettere insieme una maggioranza tra questi 506 eletti pro Ue. Ma da qui nascerà la maggioranza alla guida della Ue. I sovranisti restano all’opposizione, non ribaltano la Ue che vivono come nemica e come prigione. Se la Ue cambierà, cambierà per mano e per volontà dei partiti ed eletti pro Unione Europea. La netta maggioranza degli elettori europei non ha votato per partiti e governi che smontino la Ue. Con la robusta eccezione italiana dove la Lega ha guadagnato su questa idea altri quattro milioni di elettori (mentre M5s ne perdeva per strada sei di milioni di voti, ma questo è altro discorsi e l’Europa non c’entra).