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Francia 2012: i candidati si dividono sul Fiscal Compact

di Daniela Lauria |20 Aprile 2012 21:27

PARIGI, 20 APR – In tandem con la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese Nicolas Sarkozy, candidato per la riconferma, e' stato il grande promotore del 'fiscal compact', il nuovo accordo per la governance economica e di bilancio nell'Unione europea. Ma tra i suoi rivali nella corsa all'Eliseo, il nuovo patto europeo raccoglie ben pochi consensi: tra proposte di rinegoziazione e richieste di uscita dall'euro, le critiche superano nettamente i consensi.

La piu' drastica, prevedibilmente, e' la candidata di estrema destra Marine Le Pen, che ha inserito tra i pilastri del suo programma il ''ritorno concertato'' al franco francese e alla conseguente totale autonomia nelle decisioni di politica economica, fiscale e monetaria. Per gestire questo passaggio, la proposta del Front national prevede la creazione di un ''ministero della Transizione'', incaricato di portare avanti ''tecnicamente e giuridicamente la rinegoziazione dei trattati e la restaurazione della nostra sovranita' nazionale''.

Nettamente contrario all'imposizione di scelte economiche da parte dell'Ue anche il candidato della sinistra radicale, Jean-Luc Melenchon, che gia' nel 2007 si era schierato contro la ratifica da parte della Francia della costituzione europea. Nel suo programma, chiede a breve termine una ''rimessa in causa'' del fiscal compact, accompagnata dalla creazione di ''un fondo di sviluppo sociale, ecologico e solidale europeo'', e a lungo termine una revisione radicale del trattato di Lisbona e dello statuto della Bce.

Posizione forse piu' moderata, ma non meno critica, per il candidato socialista Francois Hollande, che propone una ''rinegoziazione'' del trattato sottoscritto il 30 marzo scorso, e il suo completamento con un ''patto di responsabilita', di governance e di crescita''.

Un piano che prevede anche la volonta' di ''riorientare il ruolo della Banca centrale europea'' verso un maggiore impegno nel sostegno alla crescita, ma senza modificarne lo statuto ne' la posizione di indipendenza.

L'unico tra i rivali di Sarkozy a non criticare apertamente il fiscal compact e' Francois Bayrou, non a caso indicato da molti come il piu' vicino al presidente in carica. Il suo programma, di marca spiccatamente europeista, mette l'accento sull'importanza della ''solidarieta''' nell'Ue e soprattutto nell'eurozona, chiedendo di ''permettere alla Bce di intervenire, direttamente o tramite un organismo interposto, quando degli Stati hanno bisogno di rifinanziare il proprio debito'' e di ''rimettere in discussione le norme contabili orientate sul breve termine, per valorizzare gli investimenti a lungo termine''.

Per quanto riguarda infine Sarkozy, la sua proposta e' ovviamente di procedere a una ratifica il piu' rapida possibile del nuovo trattato, senza passare dalla consultazione popolare attraverso il referendum. ''Quando si lavora su un trattato con 200 articoli, o 250 – spiegava qualche tempo fa ai microfoni di Rtl – non vedo come si possa formulare un quesito chiaro''.

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