BERLINO – Un bastimento carico di profughi. È quello che Peter Dreier, sindaco di una lista civica populista-conservatore di Landshut, paesino della Baviera, ha scaricato di fronte alla cancelleria di Berlino dopo un viaggio in autobus di otto ore: 31 migranti siriani ospitati fino a giovedì mattina proprio a Landshut.
Un’azione organizzata per protesta contro la politica di accoglienza di Angela Merkel. Il sindaco gliel’aveva promessa durante una telefonata burrascosa dello scorso ottobre. Di fronte a giornalisti e fotografi che hanno atteso in gran numero l’autobus sul marciapiede di fronte alla cancelleria, ha ribadito: “Questa azione è un segnale che la politica dei profughi non può e non deve più andare avanti in questo modo”.
Ha poi descritto come “disperata” la sua azione spiegando che il problema “è dare una casa a queste persone”, una sistemazione che il suo paesino non è più in grado di garantire. I migranti erano in tutto 31. Erano partiti in 54 ma gruppo si sarebbe assottigliato strada facendo e le persone mancanti sarebbero scese e poi sparite durante le soste.
Uno era stato invece dimenticato alla toilette di una stazione di servizio. L’autista, quando se n’è accorto, è dovuto tornare a prenderlo, così il viaggio è durato due ore in più del previsto. La bizzarra e sgangherata azione di Dreier ha lasciato indifferente la cancelliera, che ha affidato la risposta a un freddo comunicato del suo portavoce Steffen Seibert:
“La ripartizione dei profughi è competenza di regioni e comuni e Berlino ha acconsentito gentilmente in questo caso a offrire una prima accoglienza per la notte”. Ma ha mandato su tutte le furie il sindaco di Berlino, Michael Mueller, che ha accusato il collega bavarese di mancanza di solidarietà e che ha dovuto gestire in fretta e furia una nuova emergenza. I profughi, infatti, non ne hanno voluto sapere di una sistemazione temporanea in un centro di accoglienza e hanno costretto i funzionari berlinesi a prenotargli una camera in una pensione. Molti erano senza documenti, tutti erano stati convinti a salire sull’autobus con la promessa di una sistemazione migliore. La lista civica cui appartiene Peter Dreier, i Freie Waehler (Elettori liberi), ha ottenuto qualche successo in elezioni locali bavaresi e costituisce una spina nel fianco della Csu, il partito di governo pure critico con Angela Merkel nella gestione dei profughi.