Germania, chi la fa l’aspetti, i tedeschi ci hanno torturato e ci torturano con i limiti di bilancio.
Ora la loro supema magistratura, la Corte Costituzionale, ha bocciato e bloccato un giochetto del Governo tedesco degno del più astuto napoletano.
Vien da dire, con Betold Brecht, che c’è un giudice a Berlino. O con l’Economist: “I giudici tedeschi mettono i bastoni fra le ruote ai piani di spesa del governo”
La ferale sentenza è stata emessa il 15 novembre dalla Corte costituzionale federale. Essa blocca retroattivamente il trasferimento dei fondi non spesi originariamente destinati al Covid-19 ad altri scopi. Secondo il settimanale inglese, è “sia un imbarazzo politico sia un incubo di bilancio”.
“La sentenza è anche un rimprovero alla Germania nel suo insieme, mostrando come l’ossessione nazionale di imporre “freni al debito” sulla spesa pubblica porti a ogni tipo di sciocchezza”.
In ballo ci sono 60 miliardi di euro, una cifra enorme. Era stato preso in prestito all’inizio del 2021 dal precedente governo tedesco, al di fuori del budget regolare per coprire la spesa extra prevista per l’emergenza covid. Ciò necessitava di una deroga speciale a causa dei limiti costituzionalmente sanciti dalla Germania sui deficit di bilancio.
La sentenza della Corte mette in discussione l’uso di tutti i tipi di fondi “speciali” per aggirare le regole sul debito imposte proprio dalla Germania. Molti dei 16 stati tedeschi sono stati altrettanto fantasiosi quanto il governo federale, che ha creato, tra gli altri strumenti, un fondo da 200 miliardi di euro per isolare le industrie dagli alti costi energetici (di cui solo una frazione è stata effettivamente spesa).
Un fondo speciale da 100 miliardi di euro per integrare il bilancio della difesa è giuridicamente sicuro perché la costituzione è stata modificata per consentirlo.
Jens Südekum, un eminente economista, ha constatato: “Ora non c’è modo di evitare una riforma dei limiti all’indebitamento”.
Ma quando la neoeletta coalizione “a semaforo” è entrata in carica, alla fine del 2021, l’emergenza covid era ormai passata. Così Olaf Scholz, ex ministro delle Finanze ora cancelliere, ha spostato i soldi in un’altra scatola fuori bilancio, un Fondo per il clima e la transizione (ktf) destinato a coprire i costi associati alle ambiziose politiche sul cambiamento climatico.
Questo cambiamento non significava soltanto che il governo avrebbe potuto spendere di più senza disturbare i contribuenti. Ha contribuito a colmare le differenze con entrambi i partner della coalizione del cancelliere socialdemocratico.
Non sorprende che i Democratici Cristiani (CDU), ormai fuori dal potere dopo 16 anni di mandato, abbiano intentato una causa contestando la diversione dei fondi “di emergenza” da uno scopo all’altro. La difesa del governo – secondo cui la crisi covid aveva indirettamente causato un’emergenza economica in corso – ha incontrato una certa simpatia da parte dei tribunali tedeschi.