BERLINO – Il germe del nazismo non è stato ancora estirpato in Germania. Ad un anno dalla scoperta delle attività di un gruppo di terroristi dell’estrema destra, autori di omicidi a sfondo razziale, la Germania si interroga sulle proprie istituzioni, sui propri servizi di sicurezza, sul proprio rapporto con il razzismo.
In un paese fiero dell’efficienza delle proprie istituzioni, le rivelazioni che hanno portato all’arresto di Beate Zschäpe, membro del gruppo, sono state ampiamente dibattute sui media e nella società civile. Il Nationasozialistischer Underground (movimento nazionalsocialista underground) è un gruppo della scena neonazista tedesca scoperto accidentalmente dalla polizia nel novembre 2011.
Dal 2001 al 2006, tre membri del gruppo si sono resi responsabili dell’omicidio di nove immigrati, otto turchi e un greco. Nonostante la maggior parte degli omicidi fossero stati eseguiti con la stessa arma da fuoco, una CZ 82, la polizia non era stato in grado di stabilire un nesso tra i crimini e aveva privilegiato, in ognuna delle circostanze, la pista dei rapporti della vittima con la malavita organizzata.
La serie di omicidi è stata scoperta accidentalmente nel novembre del 2011 quando due ricercati del gruppo sono stati trovati morti in seguito ad un omicidio-suicidio. I due avevano appena rapinato una banca ed erano ricercati dalla polizia. Un terzo membro del gruppo, Beate Zschäpe, ha tentato, senza successo, di dare fuoco all’appartamento che aveva servito da covo ai tre. E’ in questa occasione che la polizia tedesca scopre nell’appartamento del materiale di propaganda che illustra le azioni efferate del movimento neonazista. Viene così scoperta la peggiore serie di crimini di odio razziale perpetrata in Germania dalla fine dell’epoca nazista.
Ad un anno dalla scoperta dei crimini, il paese si interroga sulla complice negligenza degli apparati di sicurezza, sul razzismo diffuso nel paese e sulla blanda reazione della società civile. I principali media tedeschi hanno sostenuto nei giorni scorsi che la lotta contro la xenofobia deve essere una necessità per la nazione. Il quotidiano conservatore Die Welt si domanda: «Il modo in cui il paese e le autorità pubblica trattano il fenomeno neonazista è forse troppo leggero? Le autorità sono cieche di fronte alla minaccia dell’estrema destra? Le vite degli immigrati contano meno? Le recenti scoperte su ufficiali di polizia che sostengono il Ku-Klux-Klan oppure su informatori estremisti di destra protetti dai servizi segreti non possono essere accettate. Com’è possibile che né la polizia né le autorità di sicurezza abbiano commentato queste rivelazioni? Le morti del NSU sono come una spina avvelenata nel fianco della nostra storia recente. Ma perché questa spina non fa male?»
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