BERLINO – La Germania ha ritirato la nave per fermare la missione Sophia nel Mediterraneo in soccorso dei migranti. “Linea dura con l’Italia”, dice il governo di Berlino, motivano lo stop della missione con le difficoltà di soccorrere i migranti. Fino a quando l’Europa non avrà stabilito il ruolo della Germania, le navi tedesche non salperanno alla volta di altri lidi. “Nessun problema se qualcuno si fa da parte”, tuona il ministro dell’Interno Matteo Salvini.
La nave tedesca ‘Augusta’ avrebbe dovuto essere sostituita a febbraio dalla nave ‘Berlin’ nell’ambito della missione Sophia, ma secondo la decisione riferita dal generale Eberhard Zorn alla Commissione Difesa ed Esteri, questo non dovrebbe avvenire. La ‘Berlin’ si terrebbe comunque pronta, scrive l’agenzia Dpa, e potrebbe essere nel Mediterraneo in seguito a una nuova decisione nel giro di due settimane.
Il portavoce del ministero tedesco ha spiegato: “L’invio della nave Berlin per la missione Sophia è solo temporaneamente sospeso. Il mandato della missione sarà prolungato dalla Ue a marzo e noi riteniamo che debba essere chiarito meglio quali sono i compiti della missione. Nel quartier generale di Sophia restano comunque i nostri uomini”.
Il portavoce ha confermato che “se la decisione della sospensione sarà rivista, la nave Berlin potrà essere nel Mediterraneo nel giro di 15 giorni”. La nave sarà nel frattempo impiegata per esercitazioni Nato nel Mare del nord. Il portavoce ha poi spiegato che nell’ultimo periodo “i compiti di Sophia sono cambiati”. “La definizione chiara del mandato è un processo politico che spetta all’Europa”, ha aggiunto. Su quanto pesi l’atteggiamento del ruolo italiano nell’accoglienza dei profughi, il portavoce ha affermato di non poter partecipare a “speculazioni”. La missione Ue Sophia è nata per combattere il fenomeno dei trafficanti di uomini e soccorrere i profughi alla deriva nel Mediterraneo.
Salvini ha commentato così la decisione della Germania: “La missione Sophia aveva come mandato di far sbarcare tutti gli immigrati solo in Italia e così ha fatto, con 50.000 arrivi nel nostro Paese. Se qualcuno si fa da parte, per noi non è certo un problema”. L’organizzazione umanitaria Human Rights Watch, sempre secondo quanto scrive la Dpa, ha criticato il 21 gennaio l’Ue per il sostegno alla Guardia costiera libica. Di fatto, secondo le accuse, contribuendo così a far riportare i migranti in Libia, dove vengono maltrattati nelle prigioni. E il Viminale domenica ha annunciato che 393 migranti sono stati portati dalla Guardia costiera libica indietro in Libia.
D’altronde la missione europea Eunavfor-Sophia è un’operazione militare di sicurezza marittima a guida italiana in corso nel Mediterraneo centrale. Obiettivo principale, il contrasto del traffico di esseri umani, ma anche l’addestramento della Guardia costiera e della Marina libiche. Eunavformed, avviata ufficialmente il 22 giugno 2015, è attualmente in una fase di proroga: il 21 dicembre scorso, infatti, il Consiglio d’Europa ha esteso il mandato dell’operazione fino al 31 marzo 2019.
Ad oggi all’operazione partecipano 26 su 28 nazioni europee: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Regno Unito, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia e Ungheria. Per l’Italia è previsto un impiego massimo di 470 militari, una nave e due assetti aerei.
Dal 30 dicembre scorso la nave Luigi Rizzo ha assunto il compito di nave sede di comando in mare del dispositivo aero-navale. La sede del comando strategico dell’operazione e invece a Roma, nell’ex aeroporto di Centocelle, dove l’ammiraglio Enrico Credendino, comandante della missione, è coadiuvato da uno staff internazionale composto da ufficiali dei vari Paesi membri.