Gran Bretagna verso elezioni anticipate, Gordon Brown va dalla Regina

Gordon Brown salirà oggi, 6 aprile, a Buckingham Palace per chiedere a Sua Maestà di sciogliere il Parlamento il 12 aprile prossimo e annunciare  ufficialmente che le prossime elezioni legislative si terranno il 6 maggio. Lo riferiscono voci interne al partito laburista.

Intanto il quotidiano britannico Guardian ha anticipato alcuni punti del manifesto laburista, che si fonda, secondo il giornale, su un più “audace intervento dello Stato nei mercati” e su ampie modifiche costituzionali.  Dopo la visita alla regina Elisabetta, quindi, per Brown inizieranno quattro settimane di campagna elettorale frenetica per recuperare lo svantaggio, sempre secondo un sondaggio del Guardian, che vede il partito laburista sotto di 7 punti rispetto al partito conservatore dei Tories.  I conservatori sono, infatti, al 37% contro il 30% del Labour (-2 punti), i liberaldemocratici al 20% (+1), gli altri partiti al 13% (+1).

«La gente di questo paese ha lottato per riportare la Gran Bretagna sulla strada della ripresa e non permetterà a nessuno di riportarla sulla strada della recessione».  Questa un’anteprima del messaggio di Brown che sarà al centro della campagna elettorale. Il riferimento è proprio al partito dei conservatori che vuole quest’anno tagliare 6 miliardi di sterline della spesa pubblica.

Secondo quanto riporta il Guardian il partito di Brown vuole potenziare le forze di polizia dove invece sono carenti; indire un referendum sul nuovo sistema elettorale per i Comuni; assegnare ai tifosi di calcio il diritto di prendere in consegna i club sportivi; portare a 7,60 sterline il sussidio a Whitehall, grazie al finanziamento dei dipendenti più pagati del settore pubblico.

Lo staff di Brown ha promesso che la sua campagna sarà caratterizzata da incontri nelle mense, saloni e sale della città. Ma i conservatori, sicuri di aver inferto ai laburisti un duro colpo politico promettendo il taglio dei contributi assicurativi nazionali il prossimo anno, credono di fare incetta di voti e conquistare la maggioranza assoluta.

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