Grecia al voto: favoriti i socialisti di George Papandreu

Pubblicato il 4 Ottobre 2009 - 11:10 OLTRE 6 MESI FA

George Papandreou

Si sono aperti i seggi in Grecia per le elezioni anticipate:  i sondaggi danno per favoriti i socialisti del Pasok dell’ex ministro degli Esteri George Papandreou contro il premier uscente Kostas Karamanlis di Nuova Democrazia.

Entrambi i candidati fanno parte  delle due potenti famiglie greche che si sono divise il governo della Grecia dopo la fine del regime dei colonnelli.

Sono 9,8 milioni i greci chiamati alle urne per eleggere il nuovo parlamento e scegliere il governo in grado di far uscire il paese dalla crisi.

Dopo anni di crescita intorno al 4% grazie ai fondi europei la Grecia si trova ad un passo dalla recessione con un debito pubblico prossimo a superare il 100% del Pil.

I seggi chiuderanno alle 19 (le 18 ora italiana). Subito dopo saranno resi noti gli exit poll. I risultati ufficiali sono attesi nelle ore seguenti.

Karamanlis, 53 anni, indebolito da alcuni scandali che hanno investito il suo esecutivo, ha promesso due anni duri ma una ripresa a partire dal 2011 grazie a «un programma realistico».

Papandreou, 57 anni, sostiene che è possibile risanare il paese senza nessun ulteriore sacrificio da parte dei più deboli e della classe media. Il leader socialista assicura di poter rilanciare i consumi, l’economia e uno «sviluppo verde» aumentando salari e pensioni oltre il tasso di inflazione almeno fino al 2010.

Secondo i sondaggi il Pasok di Papandreou – dato al 36,7% – è favorito con uno scarto del 6% su Nuova Democrazia (Nd) di Karamanlis (29,8%).

Ma il leader socialista non ha la certezza di ottenere i voti sufficienti a governare da solo. Papandreu ha bisogno di una maggioranza di almeno il 40% e deve arginare a sinistra la crescita dei verdi (che debbono superare la soglia di sbarramento del 3%).

Sul fronte opposto Karamanlis deve temere la deriva a destra nazionalisti del Laos, che stanno capitalizzando i timori crescenti per gli immigrati e l’ondata di violenze giovanile innescate dall’uccisione di un quindicenne dalla polizia lo scorso dicembre.

Fondamentale il voto degli “indecisi” stimati intorno al 10-15%.