Grecia attende l’accordo con l’eurogruppo per i 130 mld di euro

BRUXELLES – Un accordo sul secondo pacchetto di aiuti per almeno 130 miliardi di euro che consentira' alla Grecia di evitare il fallimento e' atteso il 20 febbraio alla riunione dell'Eurogruppo a Bruxelles. Dopo mesi di rinvii, in un crescendo di proteste di piazza (che anche domenica 19 febbraio hanno animato il centro di Atene) e di polemiche sulla solidarieta' europea, tutti gli attori di questa storia infinita concordano che e' arrivato il momento di decidere e di decidere per il si'.

''A questo momento sembra che si vada proprio in questa direzione'', ha dichiarato oggi il ministro austriaco delle Finanze Maria Fekter in un'intervista televisiva. ''Non credo che ci sia una maggioranza che vada in una direzione diversa perche' una strada diversa e' enormemente ardua e costa molti molti soldi''.

Anche il ministro greco degli Affari economici internazionali, Constantine Papadopoulos, ha espresso ottimismo, affermando che ci sono segnali secondo cui i ministri dell'Eurogruppo accetteranno le assicurazioni di Atene per la riduzione del deficit.

Al contrario il ministro tedesco dell'Economia Wolfgang Schauble, secondo fonti citate dal quotidiano 'Welt am Sonntag', continua a ritenere che le riforme varate dalla Grecia non sono ancora sufficienti.

Con un messaggio su Twitter, il premier greco Lucas Papademos, giunto a sorpresa oggi pomeriggio a Bruxelles per ''contatti'' in vista dell'Eurogruppo cruciale, ha invitato alla prudenza: ''invito tutti quelli che coprono i colloqui tra la Grecia e le varie parti Ue ad aspettare gli annunci reali di lunedi' prima di dare conto di risultati'', ha messo in guardia il premier.

Secondo indiscrezioni, Papademos ha avuto colloqui con il commissario Ue agli affari economici e monetari Olli Rehn e il presidente dell'esecutivo Jose' Manuel Barroso, per risolvere le questioni ancora aperte sugli aiuti e la ristrutturazione del debito, ma anche per accelerare l'uso dei fondi strutturali Ue per sostenere l'economia greca che e' in ginocchio.

Gli ultimi dati sul Pil segnalano un calo del 7% nel quarto trimestre 2011. Se non si inverte la tendenza, i 130 miliardi di aiuti non riusciranno a ridare stabilita' e credibilita' alla Grecia. Papademos si fermera' il 20 febbraio a Bruxelles per partecipare all'Eurogruppo con il ministro delle Finanze greco Evangelos Venizelos. Una presenza con la quale intende aumentare la pressione sui partner, chiamati ora a fare la propria parte.

Al meeting, partecipa anche il premier Mario Monti, in qualita' di ministro dell'economia, che si e' ritagliato il ruolo di grande mediatore nei negoziati, in particolare per smussare l'inflessibilita' di Germania, Finlandia e Olanda. Gli alti funzionari del tesoro dei 17 paesi della zona euro hanno lavorato tutto il giorno in teleconferenza per cercare di superare gli ultimi ostacoli.

Le nuove previsioni Ue sui conti greci hanno messo in evidenza che i 130 miliardi fissati non sono sufficienti per aiutare la Grecia a portare il rapporto debito/Pil dal 160% di oggi al 120% nel 2020. Con la tendenza attuale, il debito si collocherebbe al 129% del Pil.

Per ripianare questo nuovo buco, si sta discutendo della possibilita' di ridurre al di sotto del 4% i tassi di interesse sui primi 110 miliardi gia' prestati alla Grecia e anche di una proposta della Bce di ridistribuire eventuali guadagni sul suo portafoglio di titoli greci alle banche centrali nazionali. La prima ipotesi non piace all'Olanda, la seconda e' contrastata per motivi giuridici da Germania, Finlandia e Austria.

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