Atene fuori dall’euro? Giallo sulla proposta della Merkel: “Voto e referendum”

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Angela Merkel (Lapresse)

BERLINO – Atene ha i giorni contati nell’euro? Di certo c’è che l’Europa dà tutta l’impressione di essere impegnata a prepararsi all’uscita di Atene. La cancelliera tedesca Angela Merkel, sempre in bilico sulle dichiarazioni da fare per gestire gli animi sempre più infuocati contro la Grecia nella sua Germania, adesso – almeno secondo quanto annunciano i greci- avrebbe dato i compiti passando la palla ad Atene: con il voto di giugno, a quaranta giorni dal precedente, decidete in un referendum se restare o meno nell’euro.

Ad annunciarlo è stato l’ufficio del premier greco ad interim precisando che la proposta è stata formulata dalla cancelliera nel corso della sua telefonata con il presidente greco Karolos Papoulias. La Merkel, precisa la nota, “ha evocato l’idea di un referendum, in parallelo con le elezioni, per sapere se i greci vogliano restare in eurolandia”.

Pochi minuti dopo dall’annuncio dell’ufficio del premier greco, però, le agenzie di stampa hanno battuto la smentita di Berlino: “Il governo tedesco ha smentito che la cancelliera Angela Merkel abbia proposto oggi al presidente greco Karolos Papoulias di indire un referendum sulla permanenza del Paese nell’euro. Lo ha detto un portavoce dell’esecutivo all’agenzia Dpa”.

Che l’arto greco sia andato in cancrena lo dimostrano le bacchettate delle agenzie di rating. Dopo il dowgrade del rating sovrano, Fitch taglia anche le banche greche: l’agenzia di rating ha portato a ‘tripla C’, a un passo dal rating ‘D’ che segnala default, gli istituti National Bank of Greece, Efg Eurobank Ergasias, Alpha Bank , Piraeus Bank e Agricultural Bank of Greece.

In una nota, Fitch cita il rischio che la Grecia dopo elezioni esca dall’euro, con la conseguenza di “insolvenze diffuse nel settore privato e nel debito sovrano”.

L’Europa intanto si è rimboccata le maniche e, nonostante le dichiarazioni ufficiali dai toni miti del tipo “Atene resti nell’euro, sempre che rispetti le condizioni”, sembra che un piano B d’emergenza per salvarsi tutti sia già in cantiere per mandare a casa il malato e cercare di non infettarsi tutti.

Ovviamente di conferme ufficiali non c’è neanche l’ombra, ma in un’intervista al quotidiano fiammingo De Standaard il commissario europeo al Commercio Karel De Gucht ha detto: “L’Europa e la Bce hanno già pronto un piano B di salvataggio nel caso la Grecia esca dall’euro”.

Fino a qualche ore fa la Germania non ha fatto altro che preparare il terreno: “Siamo pronti a tutto, prepariamoci all’eventualità che la Grecia esca”.

E ai greci cosa succederebbe senza l’euro?Di certo non vivrebbero grandi giorni, il tracollo economico iniziale per il Paese stimato sarebbe più o meno scontato: mille miliardi di euro, almeno secondo quanto ha scritto il Wall Street Journal.

Arriverebbe una nuova moneta, la dracma, e dalla data della sua introduzione tutti gli stipendi pubblici, contratti e pensioni sarebbero così pagati. I conti correnti verrebbero riconvertiti. La svalutazione rispetto alle altre monete sarebbe di proporzioni enormi e ci vorrebbe tanto tempo prima di riprendersi. La Banca centrale europea non potrebbe più prestare soldi alle banche greche. Ciò significherebbe un arresto brusco per la liquidità al sistema greco. L’inflazione sarebbe altissima e i tassi di interesse da parte della Banca centrale di Atene (che riacquisterebbe l’autorità monetaria perché lascerebbe la Bce) sarebberro sempre più alti.

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