ATENE – Il Parlamento Greco ha detto sì al pacchetto di riforme concordato dal premier Alexis Tsipras con l’Europa. Il dibattito si è protratto ben oltre la mezzanotte, la scadenza ufficialmente fissata con l’Ue. All’1.35 di Atene (00.35 italiane) il vicepresidente del Parlamento, Manos Manousakis, che presiede la seduta plenaria al posto della dissidente di Syriza Zoe Konstantopoulou, ha aperto la procedura per il voto che è stata nominale su richiesta di Alba Dorata e del partito comunista Kke. Il premier greco Alexis Tsipras, ha ovviamente votato in favore delle prime riforme da lui stesso concordate con l’Europa. Hanno votato no i suoi compagni di partito Yanis Varoufakis, ex ministro delle Finanze, e Zoe Kostantopoulou, presidente del Parlamento ed esponente dell’ala radicale di Syriza. Così come il ministro dell’energia greco Panagiotis Lafazanis.
In tutto sarebbero una quarantina i dissidenti di Syriza che hanno votato no. Il piano è stato approvato con 229 voti a favore, 64 contrari e 6 astenuti. Nella lettura del voto del vice presidente della Camera in realtà emerge che i voti contrari espliciti dei deputati di Syriza sono stati 32, 2 assenti, mentre 6 hanno dichiarato l’astensione pronunciando la formula ‘Presente’. Di fatto Tsipras ha perso la sua maggioranza politica.
Il piano è passato con i voti di Nea Dimokratia (primo partito dell’opposizione greca, conservatori) che aveva precedentemente annunciato il proprio sì e i 13 socialisti del Pasok che già ieri avevano espresso il proprio sostegno alle misure. In serata era arrivato anche l’appoggio dei centristi di To Potami. Insieme con l’alleato di governo, il partito di destra Anel del ministro della Difesa Kammenos, che alla fine ha votato sì turandosi il naso.
Prima, intorno alle 21 in piazza Syntagma, la piazza antistante il Parlamento, era scoppiata la rivolta, con lanci di molotov e lacrimogeni. Alexis Tsipras aveva preferito giocare d’attacco: “Senza il vostro sostegno (nel voto di stasera) sarà difficile per me restare premier”, aveva detto ai suoi. Poi per due ore buone ha preferito tenersi lontano dal dibattito dell’Aula. Lo ha seguito a distanza per non esasperare gli animi, ascoltando tutti gli interventi ed è tornato che era quasi mezzanotte per rivendicare un ultima volta la sua scelta di responsabilità:
“A chi pensa che io sia stato ricattato, come pensano tanti ed hanno scritto tanti media nel mondo, chiedo se pensano che sia vero o sia stata un’invenzione. Nelle 17 ore di Bruxelles avevo di fronte tre alternative: o l’accordo, o il fallimento con tutte le conseguenze, o il piano Schaeuble per una moneta parallela. E fra le tre, ho fatto la scelta di responsabilità”.
“Mi assumo tutte le mie responsabilità e mi sento orgoglioso. Abbiamo combattuto per il nostro popolo una lotta molto difficile. Siamo riusciti a dare una lezione di dignità a tutto il mondo. Questa lotta un giorno darà i suoi frutti”. “Il vecchio establishment del paese è finito”, ha proseguito aggiungendo che con il nuovo piano “gli aggiustamenti saranno più morbidi che in passato”.
La proclamazione dell’esito del voto non è stata accolta da applausi in aula. Un piccolo battimani aveva salutato il superamento della soglia dei 151 nai (sì), necessari per l’approvazione certa della riforma. Alle dieci di giovedì mattina l’Eurogruppo prenderà atto del sì e con ogni probabilità la Banca centrale europea si riunirà per sdoganare l’aumento di liquidità alle banche greche, chiuse ormai da due settimane.