Atene liberalizza i taxi. Italia: solo il default piegherebbe la lobby?

Pubblicato il 23 Marzo 2012 - 11:25 OLTRE 6 MESI FA

ATENE – Il governo liberalizza i taxi, è l’Europa, e con lei il Fondo Monetario Internazionale, la Bce che lo vuole: non si allarmino i conducenti di taxi italiani, la notizia riguarda la Grecia. La famosa troika aveva subordinato l’erogazione di aiuti alla nazione praticamente fallita in cambio di un giro di vite complessivo e quindi taglio a stipendi e pensioni, licenziamenti, tasse e anche lotta a privilegi e oligopoli, giù giù fino alla regolamentazione delle licenze dei taxi. In Italia, che stava male ma non in coma come la Grecia, dall’Europa le stesse ingiunzioni son state rispettate fino alle tasse, alle pensioni e in ultimo all’articolo 18. “Sappiamo fare le riforme  da soli” rivendicava appena ieri il ministro Fornero. Derubricando a semplici consigli la lista delle cose inderogabili da fare della famigerata lettera che pure qualcuno alla Bce si era premunito di recapitare a Berlusconi prima e inoltrare a Monti dopo. Ma ai taxi ci siamo fermati: per liberalizzarli occorre stare a un centimetro dal precipizio, solo un default è in grado di vincere la resistenza della temutissima lobby?

Per più di un anno i tassisti greci si sono opposti ad una tale misura, proclamando anche una nutrita serie di scioperi che hanno provocato pesanti disagi a connazionali e turisti stranieri. Il nuovo ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Makis Voridis, ha accettato alcune delle richieste dei proprietari dei taxi, rendendo così possibile l’approvazione della legge.

Contro il nuovo provvedimento ha votato l’ex ministro dei Trasporti, Giannis Ragousis, perché – come ha sostenuto nella sua relazione – la proprietà pubblica (come sono le licenze di circolazione dei taxi) viene gestita come una proprietà privata che può essere trasferita, ereditata oppure regalata esattamente come succedeva finora. “Si tratta – ha detto Ragusis – di una triste eccezione, socialmente ingiusta e politicamente immorale”. La nuova legge prevede, fra l’altro, che per la concessione delle licenze di circolazione dei taxi vengano presi in considerazione anche parametri che riguardano il numero della popolazione presente sul territorio, i problemi del traffico e quelli ambientali. Il numero dei permessi sarà deciso ogni due anni dal presidente della Regione, mentre il coefficiente per la concessione delle licenze di circolazione dei taxi nella capitale è stato fissato a a 2,5 permessi per ogni 1.000 abitanti. In provincia tale coefficiente scende a 1,5 per ogni 1.000 abitanti.