Grecia, no accordo. Europa: Riforme subito, ma niente Grexit a tempo

Grecia, no accordo. Europa: Riforme subito, ma niente Grexit a tempo
Il ministro delle finanze greco, Euclid Tsakalotos (foto Ansa)

BRUXELLES – Non è bastata una giornata di trattative: l’Europa e la Grecia non hanno ancora trovato un accordo sulle proposte presentate da Tsipras all’Eurogruppo. La cosiddetta Troika vuole riforme subito dal governo greco, e avrebbe posto un limite di 7 giorni. Per il momento esclusa l’ipotesi Grexit, con l’uscita dei greci dall’Euro. Ipotesi che era stata tirata in ballo dai giornali tedeschi: sembra infatti che ci fosse un’ipotesi da parte del ministro delle finanze tedesco Schaeuble di proporre una Grexit a tempo: cinque anni di uscita momentanea dalla moneta unica in attesa di ristrutturare il debito. Ma l’ipotesi è stata ritenuta infattibile dal resto dell’Unione.

Nel frattempo è stato annullato l’Eurosummit dei 28 capi di governo dell’Unione. Tutto, quindi si deciderà nell’Eurogruppo. Matteo Renzi ha fatto sapere di non riuscire a immaginare “un’Europa senza la Grecia”. Un timido tentativo di smarcamento dalla Germania, anche se è da vedere quanto pesi effettivamente il parere italiano rispetto ai giganti (in quanto a peso specifico) tedeschi. Il ministro dell’Economia Padoan ha invece mostrato ottimismo: “Un accordo è possibile”. Sì, ma a quali condizioni?

Dopo la riunione durata tutto il pomeriggio e la sera dell’11 luglio, l’Eurogruppo straordinario ha deciso di aggiornarsi alle 11 del giorno successivo per una nuova riunione prima dell’Eurosummit delle 16 (che sarà a 19 anziché a 28). I ministri hanno preferito mettere una notte di sonno tra una giornata di discussioni accese e un’altra che non sarà da meno.

Il fronte dei Paesi ostili alla Grecia è ampio, e inoltre è scoppiato il caso Finlandia: il Parlamento ha negato l’autorizzazione a negoziare un nuovo salvataggio della Grecia, e il Governo è a rischio di caduta se non rispetterà l’indicazione. “La discussione è ancora molto difficile ma il lavoro è in corso”, ha detto il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem al termine dell’incontro durato nove ore.

Il weekend della verità per la Grecia è partito male. Il capo dell’ala dei duri, Wolfgang Schaeuble, è rigidissimo: non crede a Tsipras, non accetta il suo piano, ha proposto una ‘Grexit’ per cinque anni. La Merkel sembrerebbe più disponibile, ed è per questo che i ministri dell’Eurogruppo passeranno la palla al summit.

Dopo che i ‘tecnici’ dell’ex Troika hanno promosso il piano greco, offrendo aiuti per oltre 70 miliardi di euro, la resa dei conti ora è tutta politica, e solo i leader possono decidere se continuare a tenere la Grecia nell’euro oppure accompagnarla alla porta. Più che un problema di misure, che pure si stanno limando all’interno dell’Eurogruppo, ora è “un grosso problema di fiducia”, ha sintetizzato Dijsselbloem prima della riunione.

“Non vedo come potremo raggiungere facilmente un accordo: il Governo greco ha fatto di tutto per minare la fiducia”, ha detto Schauble. Il viceministro olandese ha provato a spiegare: “Il piano è debole in alcune aree, cominceremo i negoziati quando tutte le condizioni saranno riempite, ma c’è seria preoccupazione sull’attuazione visto che i greci stanno proponendo qualcosa che una settimana fa era stata rigettata al referendum”.

La fiducia è venuta a mancare non solo per la ‘sfida’ di Tsipras all’Ue, con la convocazione del referendum a sorpresa, ma anche perché ad Atene “la maggioranza parlamentare si è erosa ed è molto difficile passare le riforme” senza una maggioranza ampia, ha chiarito il ministro irlandese Micheal Noonan.

Tsipras non ha molte carte da giocarsi, se non promettere di accelerare l’approvazione delle riforme che l’Eurogruppo le propone. I ministri vorrebbero che passasse subito la riforma dell’Iva, l’abolizione delle baby pensioni, la liberalizzazione delle licenze tv, l’abolizione dei monopoli, le privatizzazioni promesse.

Il ministro dell’Economia Tsakalotos sarebbe pronto ad accettare tutto, ma stavolta ai falchi sembrerebbe non bastare nemmeno quello. Persino il Portogallo si è levato contro: non vede perché dedicare una parte del suo piccolo Pil un salvataggio più grande di quello che lui stesso ha avuto.

Francia e Italia hanno provato ad allargare il fronte dei sostenitori, che ora ha imbarcato anche l’ex Troika promuovendo il piano greco. Ma sarà difficile coinvolgere il nutrito numero dei ‘seguaci’ della Germania: Slovacchia, Finlandia, Olanda, Estonia, Lituania e Lettonia. Nel migliore dei casi, con un accordo, le condizioni saranno durissime.

All’Eurogruppo, è Schauble a guidare la trattativa. Anche con ‘colpi’ poco leciti. A riunione in corso, sulla Frankfurter Allgemeine è apparso un documento del suo ministero che spiega come Atene abbia solo due strade. La prima, migliorare le sue proposte velocemente e in modo completo, con il pieno sostegno del Parlamento e trasferire asset, per un ammontare di 50 miliardi, a un fondo. Ipotesi che ha sollevato anche all’Eurogruppo.

La seconda, lasciare per cinque anni l’Eurozona, ristrutturando i suoi debiti. Ipotesi che subito fonti europee dichiarano “non praticabile”. Il ‘no’ di Berlino per ora suona forte e chiaro anche sulla proposta del Fmi di estendere le scadenze del debito greco a 60 anni. Ma nemmeno la Germania può fare opposizione fino in fondo, perché a rischio non c’è solo il destino della Grecia: “Un incontrollato collasso del sistema bancario greco come debitore sovrano porterebbe dubbi significativi sull’integrità dell’Eurozona nel suo insieme”, ha scritto il giornale tedesco, citando il documento di Bce, Commissione Ue ed Fmi.

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