ATENE – Dopo aver provocato un terremoto politico e finanziario con la sua inspiegabile decisione di indire un referendum per ''dare la possibilita' al popolo di decidere sull'accordo del Vertice europeo del 27 ottobre'', il premier greco Giorgio Papandreou la scorsa notte – sotto le pressioni del cancelliere tedesco Angela Merkel e del presidente francese Nicolas Sarkozy – ha dovuto fare marcia indietro e accettare il loro ultimatum con cui hanno respinto ogni collegamento del quesito del referendum al nuovo accordo del 27 ottobre come aveva preannunciato il portavoce del governo greco.
Il referendum, se si fara', riguardera' la permanenza della Grecia nell'eurozona e, in piu', si svolgera' il 4 dicembre e non all'inizio di gennaio come ieri aveva preannunciato il ministro degli Interni.
Certo per Papandreou il rientro in Grecia non sara' facile, specialmente dopo le dichiarazioni del ministro delle Finanze Evangelos Venizelos con le quali ha preso le distanze dal referendum chiesto da Merkel e Sarkozy – e accettato da Papandreou – ovvero ''Euro o dracma'' e chiedendo l'attuazione urgente dell'accordo del 27 ottobre. Venizelos si e' detto contrario ad un referendum che ponga la questione sulla zona euro perche', ha detto, ''l'appartenenza della Grecia all'euro e' una conquista storica del popolo greco che non puo' essere messa in discussione ne' puo' esser fatta dipendere da un referendum''.
Per di piu' e' in corso nel Parlamento greco il dibattito sulla fiducia al governo. Il voto e' previsto per domani a mezzanotte con esito molto incerto. Non sono pochi gli analisti che gia' scommettono sulla fine del governo socialista di Papandreou.