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Grecia in un vicolo cieco, voto il 17 giugno? Giù la Borsa, vertice Ue

di luiss_smorgana |8 Maggio 2012 20:41

foto Lapresse

ATENE –  Fallito il tentativo del leader conservatore di Nea Dimocratia Antonis Samaras di formare un governo di coalizione,  il testimone è passato al partito di sinistra radicale Syriza di Alexis Tspiras. La Grecia è in un vicolo cieco e il rischio di tornare di nuovo alle urne, probabilmente il 17 giugno sembra sempre più concreto.

Il caos politico ha affondato la Borsa di Atene, crollata ai minimi dal 199. L’euro è ancora sotto pressione, mentre lo spread è sui valori di apertura sopra i 390 punti. Intanto il presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy ha convocato ufficialmente, attraverso un messaggio su Twitter, il prossimo vertice informale dei 27 capi di Stato e di governo dell’Ue. Un incontro politico dedicato alla crescita e alla disciplina fiscale. “Il 23 maggio sarà la data della nostra cena informale dei capi di Stato e di governo”, ha scritto Van Rompuy.

Tsipras ha incassato solo una la disponibilità di Fotis Kouvelis, leader di Sinistra Democratica (19 seggi), ma è stato anche duramente ripreso da Samaras, che gli ha ricordato che Nd “è pronta a dare appoggio esterno ad un governo di minoranza soltanto se questo garantirà la permanenza della Grecia nell’euro ed i suoi interessi nazionali”.

Il presidente della Repubblica Karolos Papoulias ha affidato l’incarico ad Alexis Tsipras, 38 anni, il più giovane leader greco che, conquistando quasi il 16,8% (pari a 52 seggi), ha fatto del suo partito la seconda formazione politica del Paese prima del socialista Pasok. Tsipras, stando agli analisti, intende mantenere il mandato per tutti i tre giorni concessigli dalla Costituzione nel tentativo di formare un governo di coalizione fra le forze di sinistra.

Tsipras ha ribadito che il suo partito intende formare un governo di coalizione delle forze di sinistra del Paese per ottenere prima di tutto l’annullamento del Memorandum firmato dai precedenti governi greci con i creditori internazionali e l’abolizione di tutte le leggi contro i lavoratori varate dagli stessi esecutivi. Tsipras ha detto inoltre che il suo governo (sempre che riesca a formarlo) chiederà il controllo dello Stato sulle banche che, a suo parere, sono ancora guidate dalle stesse persone che hanno trascinato la Grecia nella situazione attuale. Il nuovo esecutivo, ha aggiunto il leader di Syriza, dovra’ istituire una commissione internazionale di controllo sul debito del Paese ed ha concluso affermando che “la crisi economica non è un problema che riguarda esclusivamente la Grecia ma e’ un problema europeo che deve essere risolto in ambito europeo”.

Mentre Tsipras aspettava di cominciare gli incontri con Kouvelis, con rappresentanti dei Verdi-Ecologisti (che non sono entrati in Parlamento), e con Luca Katseli, leader di Patto Sociale (centro-sinistra, anch’esso non in Parlamento), è arrivato il rifiuto dell’invito a discutere da parte di Aleka Papariga, leader del partito Comunista di Grecia (Kke, 26 seggi).

Papariga ha spiegato che, a differenza di Syriza, il Kke vuole l’uscita della Grecia dall’Ue e dall’eurozona. Kouvelis, dal canto suo, ha detto che il suo partito appoggerà un eventuale governo di coalizione delle sinistre a larga maggioranza “per non far tornare di nuovo il Paese alle urne” ed ha ribadito a Tsipras le condizioni poste dal proprio partito: distacco dal Memorandum e permanenza della Grecia nell’Unione Europea e, di conseguenza, nell’eurozona.

I rappresentanti dei Verdi-Ecologisti (essi pure contrari al Memorandum), hanno detto di restare in attesa di “proposte concrete” da parte di Syriza per quanto riguarda l’uscita della Grecia dalla crisi. “Vogliamo restare in Europa – hanno detto – ma non nell’Europa di Merkel e Sarkozy”. Ma la strada è impervia. Il panorama politico uscito dal voto è estremamente frastagliato e il crollo dei due principali partiti, i ‘rigoristi’ Nuova democrazia e Pasok, a meno di colpi di scena, potrebbe riportare a breve i greci di nuovo alle urne.

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