Guerra in Iraq: commissione inchiesta “condanna” Tony Blair

Guerra in Iraq: commissione inchiesta "condanna" Tony Blair
Guerra in Iraq: commissione inchiesta “condanna” Tony Blair

ROMA – Guerra in Iraq: commissione inchiesta “condanna” Tony Blair. “L’azione militare contro Saddam Hussein non era l’ultima opzione”. Lo ha detto sir John Chilcot presentando il tanto atteso rapporto sulla partecipazione britannica alla guerra in Iraq all’epoca di Tony Balir. “Gli Usa e la Gran Bretagna minarono l’autorità dell’Onu”, continua il rapporto.

“Nel marzo 2003 non c’era una minaccia imminente di Saddam Hussein” contro l’Occidente, spiega sir John Chilcot, sostenendo che si poteva usare una “strategia di contenimento” sebbene non si potesse escludere la necessità di un conflitto “ad un certo punto”.

Alla fine, dopo tante polemiche che avevano inchiodato alle sue responsabilità l’ex leader laburista, arriva la conferma “istituzionale”, che se non ha poteri sanzionatori resta agli atti della storia britannica recente. Una condanna morale del Tony Blair che decise di imbarcarsi insieme a George Bush jr. in una guerra che ha tutt’altro che stabilizzato la regione e che, anzi, ha condotto a una resa dei conti globale e permanente tra la maggioranza sunnita (deposta con le armi occidentali in Iraq) e le minoranze sciite che hanno approfittato del nuovo ordine mediorientale.

L’ex primo ministro Tony Blair ha detto di aver preso la decisione di entrare in guerra contro l’Iraq nel 2003 “in buona fede” e in quello che riteneva “essere il miglior interesse del paese”.

Il rapporto della commissione indipendente d’inchiesta sulla partecipazione britannica al fianco degli Usa nell’invasione dell’Iraq nel 2003, a più di sette anni dal suo varo, contiene invece critiche sostanziali nei confronti di persone e istituzioni.

“Non siamo partiti con l’intenzione di criticare le persone”, ha detto Chilcot: “Non siamo una Corte, o un giudice e una giuria”. Tuttavia, ha aggiunto, “ho messo bene in chiaro fin dall’inizio quando ho avviato l’indagine che se avessimo incontrato cose che meritavano di essere criticate, di individui o istituzioni, non ci saremmo tirati indietro e infatti lo abbiamo fatto”. Chilcot ha inoltre sottolineato che “ci sono molte lezioni nel rapporto”, augurandosi che “in futuro non sarà possibile intraprendere un’impresa militare o diplomatica di questa portata e di questa gravità senza sottoporla a un’attenta analisi, valutazione e giudizio politico collettivo”.

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