Guerriglia Londra, repressione British: via case popolari e sussidi

Gli scontri a Londra (AP/LaPresse)

LONDRA – Dopo la guerriglia dei giorni scorsi che ha dilagato in diverse città inglesi, il governo britannico guidato da David Cameron continua a mostrare al mondo che la Gran Bretagna non e’ quel paradiso di democrazia che gli italiani ingenui pensano, ma un paese classista e razzista, che ancora oggi cerca di restare al passo della sua truculenta tradizione coloniale.
Così, alla faccia di coloro che hanno denigrato l’Italia alludendo alla mancanza di libertà (l’Economist su tutti), Londra mostra il suo lato più razzista e repressivo paragonabile per alcuni versi, alla reazione che ebbe Mubarak durante le rivolte in Egitto.

Ora, dopo aver annunciato di voler richiamare l’esercito nelle città e di oscurare i social network accusando di aver propagandato le rivolte, i responsabili del partito conservatore al governo della Gran Bretagna prendono in considerazione la possibilità di togliere sussidi e case popolari ai teppisti e alle loro famiglie.

La proposta, dopo essere stata lanciata da autorevoli esponenti, ha fatto scricchiolare la coalizione di governo: tra conservatori e libdem è infatti rottura sul come comportarsi con i responsabili delle rivolte che in settimana hanno devastato diversi quartieri di Londra e di molte altre città inglesi. I libdem intimano una certa cautela, ribadita anche anche dal leader del partito Nick Clegg, che mette in guardia contro ”reazioni estreme”.

Con l’appoggio del primo ministro David Cameron che ha promesso “tolleranza zero” contro i teppisti confermando l’arrivo dagli Usa del superpoliziotto Bill Bratton, alcune autorità locali della capitale hanno preso per buono le parole degli esponenti dei tory ed hanno iniziato a sfrattare i responsabili degli scontri e dei saccheggi dalle case popolari. Wandsworth Council, un municipio del sud ovest di Londra, è stato il primo a prendere un provvedimento di questo tipo, comunicando lo sfratto alla madre di un ragazzo finito in tribunale con l’accusa di aver partecipato ai disordini a Clapham Junction.

Maite de la Calva, la donna spagnola che ha ricevuto lo sfratto, ha dichiarato a Mail on Sunday che il figlio 18enne Daniel è innocente e che anche se fosse giudicato colpevole lei e la figlia Rebecca, di 8 anni, non dovrebbero essere punite. ”Noi genitori non siamo responsabili delle decisioni dei nostri figli. Sono io l’affittuaria della casa e c’è il mio nome, non quello di mio figlio, sul contratto. Vivo qui da cinque anni e ricevo un sostegno per l’affitto perché lavoro part-time e mia figlia è così giovane. Ma ora rischio di perdere anche i sussidi”.

Secondo i libdem tuttavia, questa politica è sbagliata. In un’intervista all’Observer, il viceleader del partito Simon Hughes afferma che non bisogna negare ”il sostegno ai bisognosi”, e che togliere loro i sussidi o le case popolari potrebbe avere un effetto sbagliato. ”Dovremmo stare attenti a non prendere decisioni affrettate ed estreme, incluse modifiche per celerissima del contratto sociale e approcci alle sentenze che potrebbero avere un effetto contrario a quello sperato”, ha dichiarato Hughes.

Ai commenti di Hughes ha fatto eco Jenny Wilcox, responsabile dei libdem per il welfare, che si è detta molto preoccupata. ”Il problema più  ovvio è che se la gente è senza soldi allora ricorrerà ancora di più al furto. Comprendo il desiderio di risolvere il problema, ma è importante assicurarci di non esacerbarlo”, ha dichiarato la Wilcox.

Duncan Smith, responsabile al welfare in seno al governo Cameron, in un’intervista al Sunday Times  ha risposto indirettamente alle preoccupazioni del partito liberale alleato di governo mettendo altra carne al fuoco. Smith ha spiegato infatti di non voler escludere l’avvio di una sorta di “politica delle molestie”, con funzionari che ogni giorno vanno a controllare a casa dei teppisti se hanno pagato tasse e multe, il canone televisivo, o se la loro patente è ancora valida. Al minimo sgarro, anche una cartaccia gettata per la strada, il teppista finirà in tribunale, a meno che accetti di cambiar vita.

Insomma tra il bastone e la carota, al momento prevarrebbe la carota. L’idea di usare le maniere forti sembra oramai una strategia acquisita per il governo britannico.

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