In Ucraina la Russia già combatte una guerra “ibrida”: le tappe della crisi, Crimea e Donbass, Minsk II…

La Russia ha già iniziato una guerra “ibrida” fatta di pressione economica, cyberattacchi e una nuova tattica, quella dei falsi allarmi bomba.

In Ucraina la Russia già combatte una guerra “ibrida”

L’obiettivo di Mosca – riporta il Wall Street Journal citando fonti di Kiev – è indebolire l’Ucraina e seminare panico, provocando malcontento e proteste simili a quelle fomentate nell’est del paese nel 2014 per giustificare un intervento.

La polizia ucraina ha ricevuto quasi 1.000 messaggi anonimi nel mese di gennaio, soprattutto via email, con falsi allarmi bomba in circa 10.000 luoghi, dalle scuole alle infrastrutture essenziali.

Dunque una guerra non lineare, a bassa intensità, combattuta su piani diversi dallo scontro aperto sul territorio o con i bombardieri nei cieli. E anche nel caso di guerra guerreggiata, il fronte russo è costituito da milizie mercenarie (la brigata Wagner) e non direttamente associabili all’esercito russo.

Crisi Ucraina, come si è arrivati a questo punto?

Un po’ di storia recente aiuta a rimettere in fila gli accadimenti cruciali. A febbraio 2014, il popolo ucraino ha cacciato il presidente filorusso Viktor Yanukovich, instaurando un governo ad interim filoeuropeo non riconosciuto da Mosca

Putin ha risposto annettendo la Crimea e incoraggiando la rivolta dei separatisti filorussi nel Donbass, regione nel Sudest del Paese.

Oggi le generazioni più giovani spingono l’Ucraina verso l’Europa, e anche l’attuale presidente Volodymyr Zelensky — eletto nel 2019 — è vicino all’Occidente.

Gli accordi di Minsk II

Nel 2015 vengono firmati gli accordi di Minsk II: la pacificazione del conflitto è appesa a degli impegni che, specie da parte ucraina, è sono politicamente insostenibili. Difficile vincere le elezioni per chi si impegnasse a cambiare la Costituzione al fine di cedere la sovranità sulle regioni indipendentiste, oltre che rinunciare all’adesione a Ue e Nato, scritte appunto nella carta fondamentale.

E del resto il revisionismo storico promosso da Putin – Ucraina e Russia sono una stessa “nazione” – è diventato la sola interpretazione. Lo zar moderno ritiene la fine dell’impero sovietico una sciagura e la perdita dell’Ucraina nel 1991 una ferita che sanguina. 

Putin: “Russia e Ucraina una sola nazione”

Il conflitto, però, ha radici più antiche e profonde. Il presidente russo ritiene che il suo Paese abbia un «diritto storico» sull’Ucraina, che faceva parte dell’Unione Sovietica fino al collasso del 1991: lo ha anche scritto apertamente in un lungo articolo pubblicato lo scorso anno, in cui definisce Russia e Ucraina «una nazione».

Il crollo dell’Unione Sovietica, inoltre, ha lasciato profonde cicatrici in parte del popolo russo: lo stesso Putin lo aveva definito «la più grande catastrofe geopolitica» e l’Ucraina era stata la perdita più dolorosa.

Per David Sanger del New York Times, Putin è “in missione per correggere questo errore” della storia. 

 

Gestione cookie