DUBLINO, 27 OTT – Il dado è tratto. Ora i sette candidati alla presidenza della Repubblica irlandese, l’istituzione di garanzia dell’isola di smeraldo, devono solo attendere il verdetto delle urne. La presidente uscente, Mary McAleese, ha votato questa mattina presto e ora attende di sapere chi sarà il suo successore – in carica per sette anni con l’opzione di servire un altro mandato – al termine di una campagna elettorale già passata alla storia come una delle più “aspre e laceranti”‘ dell’epoca moderna.
Già il numero record di candidati, d’altra parte, la dice lunga sul clima che regna negli ambienti politici irlandesi. La presenza tra gli aspiranti presidenti dell’ex comandante dell’Ira e attuale vice-primo ministro dell’Ulster Martin McGuinnes ha poi senza dubbio aggiunto un elemento di tensione – benché sia anche un segno dei progressi compiuti nel processo di distensione post-accordi del Venerdì Santo, di cui McGuinness è stato un protagonista. Oltre a lui a contendersi il titolo di capo di Stato dell’Irlanda sono Gay Mitchell per il Fine Gael, Michael D. Higgins per il partito laburista e gli indipendenti Sean Gallagher, Dana Rosemary Scallon, Mary Davis e David Norris.
A guidare i sondaggi prima del voto, con il 40% delle preferenze, è l’imprenditore e star della TV Sean Gallagher. A seguire, con il 35%, è l’anziano (70 anni) candidato del Labour. Quindi McGuinness con il 15%. Detto questo, i risultati potrebbero riservare delle sorprese. Durante l’ultimo dibattito televisivo a pochi giorni dall’apertura delle urne, infatti, l’ex comandante dell’Ira ha pubblicamente criticato Gallagher per come conduce i suoi affari e per aver ricevuto ”personalmente” un assegno da 5000 mila euro staccato dall’imprenditore decaduto Hugh Morgan da girare al Fianna Fail. Episodio che Gallagher ha negato ma che Morgan ha invece confermato. McGuinness, subito finito al centro della bufera per aver “strumentalizzato” il dibattito TV a fini opportunistici, ha invece scrollato le spalle è ha detto di aver ”reso un servizio al Paese”. ”Dobbiamo mettere fine alla cultura della bustarella e del familismo”, ha dichiarato McGuinnes all’Irish Independent. ”Dobbiamo affrontare l’egoismo e l’ingordigia, i veri responsabili della distruzione dell’economia irlandese”.
Già, l’economia. L’ex tigre celtica si sta ancora leccando le ferite dopo l’implosione del sistema finanziario e l’esplosione del debito pubblico schizzato al 94,9% del Pil. Eppure la luce potrebbe iniziare ad apparire alla fine del tunnel. Il ministro delle Finanze Michael Noonan ha infatti detto oggi che l’Irlanda uscirà dal programma di aiuti da 67,5 miliardi di euro alla fine del 2013. Come dire: non siamo la Grecia.
Il processo di cicatrizzazione tra cittadini e politici, ad ogni modo, è ancora in corso d’opera. Non è un caso che gli irlandesi stiano votando anche per due referendum costituzionali: uno per ridurre gli stipendi dei giudici e uno per dare pieni poteri legali alle commissioni d’inchiesta del Parlamento.
I seggi chiuderanno questa sera alle 23.00 ore locali mentre lo spoglio delle schede inizierà alle 9.00 di venerdì. I risultati sono attesi nel fine settimana.