ROMA – Era dalla seconda guerra mondiale, dalla dichiarazione di guerra dell’Italia contro la Francia il 7 giugno 1940 che l’ambasciatore non veniva richiamato in patria: la crisi diplomatica tra i due paesi alleati e membri fondatori della Ue esplosa ieri segnala che a Parigi è stata fissata una linea rossa: l’abbraccio di esponenti del governo ai gilet gialli, personaggi che hanno anche evocato la guerra civile, ha superato quella soglia di tolleranza.
Ma non è il solo motivo di tensione, a partire da confini e migranti: sugli immigrati della Sea Watch la Francia cambia idea, non li vuole più, ha fatto sapere il Ministero dell’Interno. Parigi “prenderà solo persone che hanno bisogno di protezione e non migranti economici e ha aggiunto che appoggerà l’Italia per chiedere rimpatri più efficaci in alcuni paesi africani a partire dal Senegal”.
Il Viminale, in una nota, ha aggiunto che “ora ci si aspetta che dimostri con i fatti la buona volontà, collaborando per rimpatriare al più presto decine di senegalesi irregolari che si trovano in territorio italiano”.
Rispetto all’impasse diplomatico, la Francia ha spiegato le sue intenzioni: il richiamo dell’ambasciatore di Francia in Italia “non è permanente, ma era importante dare un segnale”dichiarato il portavoce del governo francese, Benjamin Griveaux, ai microfoni di Europe 1.
L’Italia è “un alleato storico” di Parigi e “uno dei paesi fondatori dell’Unione europea”, ha aggiunto Griveaux, che ha voluto sottolineare come il “dialogo” tra i due paesi non si sia “mai interrotto”. Griveaux ha preso atto della “disponibilità” al dialogo mostrata da Matteo Salvini e Luigi Di Maio, ma ha voluto sottolineare che “c”è un capo del governo in Italia, ed è il signor Conte”, che il presidente francese, Emmanuel Macron, ha “incontrato diverse volte”.
Il presidente del Consiglio è descritto come irritato ma soprattutto amareggiato per come la situazione sia sfuggita di mano. Si sfoga, secondo fonti parlamentari, soprattutto con il suo consigliere diplomatico. Contatti ci potrebbero essere stati, anche se non confermati ufficialmente, con l’ambasciatore francese Christian Masset, con cui il capo del governo ha un ottimo rapporto.
Si sono attivati subito contatti tra il Quirinale, che non nasconde l’irritazione, e Palazzo Chigi. Il premier, stretto tra le esigenze della diplomazia e quelle della campagna elettorale pentastellata, prova ancora a restare in equilibrio. Ma ripercussioni si sono già viste, come a Cipro, dove è stato evidente il gelo con Macron. Conte non molla il vicepremier M5S Luigi Di Maio, non lo sconfessa, e per provare a ricucire gioca ancora la carta della distinzione tra relazioni tra partiti e tra governi.