Italia rischia multa Ue: “63mila migranti non registrati”

di redazione Blitz
Pubblicato il 8 Dicembre 2015 - 11:46 OLTRE 6 MESI FA
Italia rischia multa Ue: "63mila migranti non registrati"

Italia rischia multa Ue: “63mila migranti non registrati”

ROMA – L’Italia rischia una procedura d’infrazione da parte dell’Ue per non aver registrato i migranti così come indicato dalle regole comunitarie, con identificazione e presa delle impronte. Il verdetto è atteso per domani, mercoledì 9 dicembre, e sembra proprio che non sarà favorevole. A nulla sembra valso neppure il tentativo in extremis del capo dipartimento Immigrazione dell’Interno, Mario Morcone, che si è recato di persona a Bruxelles per portare nuovi dati.

Ne parla Marco Zatterin sul quotidiano La Stampa:

L’istruzione del fascicolo è cominciata a fine agosto, quando la Commissione ha scritto al governo Renzi per chiedere lumi sui 63 mila migranti che le risultavano svaniti nel nulla. Secondo le rilevazioni di Bruxelles, nei primi sette mesi dell’anno erano entrati in Italia 92 mila profughi e solo 30 mila circa erano stati censiti a dovere, con l’identificazione e la presa delle impronte. Il contestato (a ragione) Regolamento di Dublino prevede che sia il paese di prima accoglienza a dover occuparsi della registrazione di chi arriva, anche se – ovviamente – questi cerca l’Europa e non l’Italia.

Secondo quando risulta a «La Stampa», la violazione italiana – contestata anche a Croazia, Grecia e Malta – riguarda il regolamento 604 del 2013, che stabilisce «i criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l’esame di una domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di un paese terzo o da un apolide». L’Italia è responsabile per il trattamento di chi salva in mare e i nostri controllori non avrebbero fatto sino in fondo il loro dovere. Da Roma sono arrivate più spiegazioni del caso e già in settembre il prefetto Pansa ha scritto una prima lettera per contestare i numeri della Commissione. Niente da fare. Sinché non si cambia, la legge prevede che tutti i migranti in arrivo debbano essere «processati» allo stesso modo dallo Stato di prima accoglienza.

Va da sé che in questo momento la decisione di una procedura contro il nostro governo avrebbe un peso politico rilevante. Mentre infuria la polemica sulla redistribuzione che non si riesce a fare e sui centri di accoglienza “hotspot”, la messa sotto accusa dei paesi mediterranei sottoposti a un flusso di rifugiati senza precedenti, potrebbe facilmente innescare proteste anche giustificate dalle capitali in questione. Potrebbe addirittura trasformarsi in un boomerang per l’Unione che colpisce proprio gli Stati che, in prima persona, hanno sofferto di più. Vero o falso? «Accetto l’argomento che i regolamenti vadano cambiati – afferma una fonte Ue – ma sino a che non succede è dovere di tutti applicarli e assicurarsi che siano rispettati».