La Serbia, tra genocidio e sviluppo quasi asiatico ormai con un piede in Europa

La Repubblica di Serbia (serbo: Република Србија, Republika Srbija) è uno stato del sud-est dell’Europa, nella regione dei Balcani. Confina con Ungheria, Romania, Bulgaria, Macedonia, Albania, Montenegro, Bosnia-Erzegovina, Croazia; si tratta di uno stato senza sbocco al mare. La capitale è Belgrado.
La Serbia era unita al Montenegro nell’Unione Statale di Serbia e Montenegro, ma in seguito al referendum del 21 maggio 2006, il Montenegro ha votato per l’indipendenza. A seguito del referendum, la Confederazione è stata sciolta e la Serbia (così come il Montenegro) è divenuta uno Stato sovrano.
Il 17 febbraio 2008 la maggioranza albanese della Provincia serba del Kosovo ha proclamato unilateralmente la propria indipendenza con una dichiarazione approvata dal Parlamento del Kosovo. Il giorno seguente (18 febbraio) il Parlamento della Serbia ha dichiarato nulla e priva di ogni effetto la predetta proclamazione.
La Repubblica di Serbia è un paese membro delle Nazioni Unite, del Consiglio d’Europa е dell’Organizzazione della Cooperazione Economica del Mar Nero. L’entrata nel WTO è prevista per la fine dell’anno 2010. La Serbia è considerata dal Fondo Monetario Internazionale come un paese dallo sviluppo medio-alto con un’economia in crescita ed è stata proclamata dalla Freedom House paese libero.
La popolazione residente in Serbia, secondo una stima del maggio 2005 era di 9.396.411 abitanti.
Nel 2003 la Serbia è stata ammessa al Consiglio d’Europa. Ha inoltre espresso il desiderio di aderire al programma Partnership for Peace della NATO. Sia la NATO che l’Unione Europea hanno posto come condizione per la collaborazione la piena cooperazione da parte della Serbia con il Tribunale Penale Internazionale per l’ex-Jugoslavia. Dal 2004 in poi diversi indiziati si sono costituiti al tribunale internazionale, e la Serbia sembra aver dato prova di una certa volontà di collaborazione.
Nel settembre 2007 la Serbia e l’Unione Europea hanno concluso i colloqui sul testo dell’Accordo di Stabilizzazione e Associazione, primo passo verso l’integrazione europea. L’accordo è stato firmato il 29 aprile 2008 (dopo due anni e mezzo di negoziati). La piena applicazione dell’Accordo è stata vincolata alla collaborazione con il Tribunale dell’Aja, e in particolare all’arresto e alla consegna dei latitanti ancora liberi.
Con gli arresti di Stojan Župljanin (latitante dal 2001) avvenuto nel giugno 2008 e di Radovan Karadžić avvenuto nel luglio 2008, restano solo 2 i principali latitanti ricercati: il generale serbo bosniaco Ratko Mladic e Goran Hadžić.
Nel maggio 2008 inoltre i partiti filoeuropeisti hanno vinto le elezioni, circostanza che verosimilmente favorirà il processo di integrazione del Paese.
Il 30 novembre 2009 l’Unione Europea ha ufficialmente abolito i visti per i cittadini della Repubblica di Serbia, sbloccando de facto e de iure, dopo più di un anno, l’Accordo di Associazione e Stabilizzazione. Dal 19 dicembre 2009 i cittadini della Repubblica di Serbia, provvisti del nuovo passaporto biometrico, possono viaggiare liberamente nei paesi dell’Area Schengen. Resta ancora da definirsi la situazione per i cittadini della provincia secessionista, dichiaratasi indipendente, del Kosovo, ma si esclude, almeno per il momento, che possano usufruire dei vantaggi dell’Asa.

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