La Spagna dice basta ai rumeni e li blocca, tensioni con Bruxelles

Pubblicato il 28 Luglio 2011 - 09:21 OLTRE 6 MESI FA

MADRID – Basta immigrati rumeni, la Spagna vuole chiudere le porte e venerdì scorso ha approvato un giro di vite probabilmente con qualche sottinteso elettorale, dal governo di Jose’ Luis Zapatero.

Madrid ha annunciato che dal primo agosto ripristinerà la deroga alla libertàdi stabilimento nell’Ue fino al 2014 dei lavoratori romeni prevista nel 2007 dal trattato di adesione di Bucarest, ma cui la Spagna aveva rinunciato nel 2009. Una mossa giustificata dal governo iberico con la situazione sempre pesante della disoccupazione nel Paese. I senza lavoro sono al 21% – un esercito di 5 milioni di persone – il doppio della media Ue, e al 50% fra i giovani. Ma la misura ha suscitato incertezza e perplessita’ della Commissione europea. Non è improponibile in sé, ha spiegato Bruxelles, ma deve essere giustificata da circostanze ”eccezionali”. L’eurogoverno ha fino al primo agosto per decidere se opporsi o meno al provvedimento.

Per Madrid la situazione della disoccupazione nel Paese è una circostanza piu’ che eccezionale. E’ vero che una parte degli immigrati arrivati a milioni nel decennio del boom economico spagnolo, trainato dalla bolla speculativa immobiliare, sta’ lasciando il paese.

Ma si tratta soprattutto di sudamericani. Gli 864mila rumeni che ora vivono in Spagna costituiscono la prima comunità straniera del Paese, davanti ai marocchini (769mila) e ai britannici (390mila). Rappresentano il 15,1% dei 5,7 milioni di immigrati. Il loro numero è aumentato di 33mila unita’ anche nel 2010 nonostante la forte crisi in cui si dibatte il Paese, e questo mentre il totale dei residenti stranieri e’ diminuito (- 17mila persone). La mossa di Madrid, se supererà le perplessità di Bruxelles, potrebbe essere seguita da altri Paesi Ue che hanno rinunciato all’applicazione della clausola 2014 per l’immigrazione romena prima di entrare nel pieno della crisi.

”E’ la prima volta che riceviamo una richiesta di questo tipo e dobbiamo valutare bene tutti i dati”, ha spiegato una portavoce dell’esecutivo europeo. La mossa di Zapatero potrebbe avere anche qualche sottofondo politico. Il premier spagnolo deve decidere se cerchera’ di andare fino alla scadenza naturale della legislatura, in marzo, o se convocare elezioni anticipate, forse in novembre, quando si prevede che i dati della disoccupazione dovrebbero subire un miglioramento grazie all’atteso boom del turismo estivo.

I sondaggi per ora prevedono una netta vittoria del Partido Popular di Mariano Rajoy. Il successore designato di Zapatero quale candidato premier socialista Alfredo Rubalcaba cerchera’ almeno di evitare che il Pp conquisti una maggioranza assoluta al Congresso dei deputati. E qualsiasi miglioramento, anche leggero, delle cifre drammatiche della disoccupazione potrebbe aiutarlo.