L’Avvenire: “La Lega strumentalizza i valori del Cristianesimo”

«In Italia un esponente leghista di primo piano come Roberto Castelli ha lanciato l’idea di apporre la croce sul tricolore. Su di essa si è innescato l’ennesimo fuoco fatuo, con sedicenti defensores fidei che pensano di far salire le quotazioni del simbolo per eccellenza del cristianesimo associandolo, con sorprendenti nostalgie sabaude, alla bandiera del nostro paese»: così il quotidiano dei vescovi “Avvenire” in un editoriale intitolato “la croce di Cristo parla a tutti e non ferisce alcuno”.

«L’operazione, in verità, appare di corto respiro: le forti reazioni popolari alla sentenza sul crocifisso emanata dalla Corte di Strasburgo confermano quanto sia radicata nel comune sentire la consapevolezza del valore universale di quello che solo impropriamente può essere ridotto a mero simbolo identitario, e insieme fanno emergere la strumentale leggerezza di quanti se ne vogliono appropriare», scrive Giorgio Paolucci sul giornale della Cei. «I promotori del referendum svizzero e i loro corifei di altre latitudini si candidano come alfieri di un’identità cristiana minacciata da una nuova invasione musulmana, che arriva dopo quelle dei secoli scorsi. In realtà essi riducono il Cristianesimo a un “pacchetto” di valori strumentalmente preselezionati».

«Usandolo come un’arma da brandire contro il nemico – continua l’editoriale de “L’Avvenire”, indeboliscono la forza di quel crocifisso che da duemila anni continua a provocare le coscienze di ogni uomo, e che non è né un cimelio della pietà popolare per cui nutrire un devoto ricordo, né il generico simbolo di una tradizione sociale e culturale, ma una presenza viva che dà spessore alla parola “identità”, altrimenti riducibile a un’entità ideologica».

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