Lockdown totale in Francia, lockdown “light” in Germania: Europa fragile contro il Coronavirus, si ferma di nuovo.
Il coprifuoco non basta più contro il coronavirus: alcuni Paesi in Europa si preparano al lockdown nazionale o regionale. Lockdown sarà totale in Francia, “light” in Germania.
Sono tentativi disperati di frenare la seconda ondata che sta colpendo indiscriminatamente dalla Svezia alla Gran Bretagna. L’Oms che segnale un allarmante aumento del 40% delle vittime di Covid-19 rispetto alla settimana precedente.
Lockdown totale: Francia la prima a chiudere
Il primo Paese europeo a tornare in lockdown potrebbe essere la Francia, dove ormai si viaggia oltre i 50.000 nuovi casi di Covid-19 al giorno. Il governo francese, dopo il fallimento del coprifuoco decretato due settimane fa, prevede un confinamento a livello nazionale per un mese. Un mese a partire dalla mezzanotte di giovedì 29 novembre.
Lo sostiene l’emittente BFM-TV alla vigilia di un discorso alla nazione del presidente Emmanuel Macron. L’emittente ha precisato che il lockdown sarà più flessibile rispetto a quello della primavera scorsa. L’annuncio ufficiale dovrebbe arrivare domani alle 20.
Lockdown light in Germania
La cancelliera tedesca, Angela Merkel, dovrebbe proporre un lockdown light nazionale per un mese a partire dal 4 novembre. Lo rivela Bild, spiegando che la misura prevede la chiusura di bar, ristoranti, cinema, teatri, centri sportivi; limiti rigorosi alle riunioni tra persone. Ma non la chiusura di scuole e asili.
“Servono azioni rapide e decise per interrompere la nuova ondata di infezioni”, ha spiegato il ministro delle Finanze, Olaf Scholz, alla vigilia dell’incontro con i rappresentanti dei 16 Laender, che hanno l’ultima parola sulle restrizioni da imporre e alcuni, meno colpiti dalla pandemia, potrebbero opporsi a misure rigide che arrecheranno altri danni all’economia. Il governatore di estrema sinistra dello stato orientale della Turingia, Bodo Ramelow, ha già fatto sapere che non sosterrà la proposta di Merkel. Il conteggio dei nuovi casi giornalieri in Germania ora supera regolarmente la soglia dei 10.000.
In Spagna chiusure regionali
Chiusure sono previste anche in Spagna, ma per il momento soltanto a livello regionale. Lo stato d’emergenza varato dal premier Pedro Sanchez qualche giorno fa ha dato la libertà alle regioni di chiudere i propri confini se necessario. Pare che a questo stiano pensando Andalusia, Madrid e Castilla y León che hanno già chiesto un parere ai loro comitati tecnico-scientifici in vista del ponte di Ognissanti.
Il presidente dell’Andalusia, Juan Manuel Moreno, ha ammesso in un’intervista a Cadena Cope di essere “molto pessimista sulla possibilità di mantenere aperta la regione questo fine settimana”. “Il numero di ricoverati e di terapie intensive ci fa pensare che non sia il momento giusto per autorizzare flussi di persone che entrano e escono dalla regione”, ha detto.
In Spagna i medici hanno incrociato le braccia per protestare contro il mancato rafforzamento del sistema sanitario nel giorno in cui il governo Sanchez ha presentato la legge di bilancio per il 2021 che prevede un aumento del 151% della spesa per il settore. Molti di loro hanno scioperato in modo simbolico continuando a garantire i servizi di base ma, secondo il principale sindacato di categoria (il Cesm), all’agitazione ha aderito l’85% dei 267.000 dottori spagnoli. L’intenzione è di scioperare l’ultimo martedì del mese per un periodo di tempo indeterminato mentre nel Paese oltre ai casi continuano ad aumentare i ricoveri per coronavirus.
In Gran Bretagna e Svezia dati preoccupanti
Dati preoccupanti anche in Gran Bretagna che ha visto un balzo di morti, saliti a 367. Si tratta del numero quotidiano nettamente più elevato dall’epoca della prima ondata dei mesi scorsi. Più limitato invece l’incremento dei contagi, che toccano i 22.885 ma su un totale di test giornalieri sceso da 321.000 a 262.000 circa.
E pure la Svezia, unico Paese al mondo a non aver mai imposto il lockdown contro la pandemia, ha registrato un record di casi, 1.870, contro i 1.698 di fine giugno. (Fonte Ansa)