Martin McGuinness è morto, chi era il “macellaio di Bogside” ex capo dell’Ira

LONDRA – E’ morto a 67 anni, Martin McGuinness, ex comandante dell’Ira, poi leader del Sinn Fein e in seguito vice primo ministro del governo congiunto autonomo nord-irlandese. Martin Robinson sul Daily Mail scrive la storia personale e politica del “macellaio di Bogside”, il suo primo mestiere.

Martin McGuinness era nato nel 1950 in una casa a schiera in un complesso residenziale a Bogside nel Londonderry, focolaio di pianificazione e attività dell’Ira, e frequentò la scuola locale dei Christian Brothers. A differenza di Gerry Adams, che proveniva da una famiglia tradizionale repubblicana di linea dura, McGuinness mostrava uno scarso interesse per la politica prima dell’inizio dei Troubles, disordini, ossia il conflitto nordirlandese.

Aderì all’Ira soltanto dopo che l’esercito britannico, nell’agosto 1969, fu inviato in Irlanda del Nord per ristabilire l’ordine dopo la campale battaglia tra il Ruc e gli abitanti di Bogside.
Sua madre lo aveva avvertito di non coinvolgersi con l’Ira, ma scoprì l’uniforme e il berretto nella sua camera da letto. Nel gennaio 1972, il triste giorno del Bloody Sunday, domenica di sangue, durante il quale furono uccisi 13 civili innocenti dai britannici nel corso di una protesta pacifica contro l’internamento, McGuinness era comandante in seconda a Londonderry.

La Saville Inquiry, stabilita nel 1998 per gettare nuova luce sui drammatici eventi di quella domenica, ha rilevato che fu McGuinness, “probabilmente” armato di mitra, anche se c’erano prove sufficienti per dimostrare che sparò. Più tardi, quello stesso anno, McGuinness, allora 22 anni, fu costretto alla fuga, considerato uno dei mandanti del terrorismo e la diffusione della violenza.

Travestito da donna, scivolò attraverso il confine e si diresse verso la fattoria della nonna materna a Illies, Co.Donegal, nei pressi di Buncrana e nel corso dell’anno fece dei viaggi clandestini per tornare ogni tanto a casa. Ormai una figura ben nota, attraverso l’esposizione frequente nei media, e McGuinness riceveva visite di ospiti di alto livello.

La vigilia di Capodanno del 1972, McGuinness, con i capelli tinti di nero e un paio di baffi alla Zapata, fu arrestato a Cappry, Co. Donegal, accanto a una Ford Cortina rossa che trasportava un carico di 113 kg di esplosivi e 4.750 proiettili. Quando fu messo sotto processo alla Corte penale speciale di Dublino, rifiutò di riconoscerne l’autorità e disse: “Il mio posto è nella città di Derry. Prima si chiuderà il caso, meglio sarà”. Informò tuttavia i giudici, del suo orgoglio di essere nell’Ira. “Abbiamo combattuto contro l’uccisione del nostro popolo, sono un membro della brigata Derry di Óglaigh na hÉireann e molto, molto orgoglioso di questo”.

Fu assolto per gli esplosivi e le munizioni ma condannato a 6 mesi per l’adesione all’Ira e si trovò al carcere di Curragh, dove c’erano altri detenuti, inclusi l’ex capo dell’Ira Seán Mac Stíofáin, nato a Londra, e Ruairí Ó Brádaigh, diventato il leader della linea dura repubblicana Sinn Féin.

McGuinness in cella, trascorse gran parte del tempo nella biblioteca e, secondo i suoi biografi Liam Clarke e Kathryn Johnston, in seguito disse agli amici: “La prigione per me non è stata un problema, grazie al cameratismo nei rapporti”. Al momento del rilascio, maggio 1973, la sua ragazza, Bernie Canning, era detenuta nel carcere di Armagh con l’accusa di detenzione di esplosivo, successivamente annullata.

McGuinness andò a Buncrana, le comprò un anello di fidanzamento che dette a un amico affinché lo consegnasse a Bernie; in seguito pare abbia detto che non poteva “andare da lei poiché in fuga dalla Ruc e dall’esercito britannico”. Non passò molto tempo prima che McGuinness tornasse nuovamente in cella. L’11 febbraio 1974, era a bordo di una macchina fermata dai gardaí e mentre tentava di fuggire sparò contro gli agenti ma fu catturato in un vicino campo e stavolta rimase in prigione per un anno.

In prigione giocava a football e un ex detenuto ricorda che McGuinness aveva uno scapolare al collo; secondo la religione cattolica, chi muore mentre lo indossa “non andrà all’inferno”. Nove giorni dopo il rilascio, nel novembre del 1974, sposò Bernie Canning in una chiesetta di Cockhill, Co. Donegal, dove l’anno precedente c’era stato il funerale del padre.

La coppia trascorse la luna di miele a Dublino e McGuinness non tornò mai più in prigione.
Ma gli storici e gli analisti concordano sul fatto che fu promosso come dirigente Army Council dell’Ira e avrebbe supervisionato molti degli attacchi più spettacolari del gruppo. Questi attentati, anche in località turistiche di Londra, prevedevano l’uso di “bombe umane, impiegati civili o cuochi e addetti alle pulizie negli impianti di sicurezza britannici, costretti a guidare autobombe ai loro posti di lavoro e fatte esplodere con comando a distanza, prima che potesse essere dato l’allarme.

La sua carriera politica iniziò nel 1982, quando a Stormont fu eletto all’Assemblea dell’Irlanda del Nord. Ma anche allora McGuinness sapeva in anticipo del bombardamento Enniskillen e, come sostenuto in un documentario televisivo, non fece nulla per fermarlo. Il Giorno della Memoria del 1987 nell’Irlanda del Nord, è stato ritenuto un’operazione una tantum non autorizzata da un’unità locale dell’Ira che ha sempre peraltro insistito sul fatto che la sua
leadership non avesse autorizzato il bombardamento, in cui morirono 11 civili nella cerimonia che ricordava i morti della loro guerra.

Ma l’operazione era in realtà “accuratamente coordinata” da tre unità Ira con le fonti che affermano che ne era al corrente. Nel 1990, l’agente doppio Esercito / Ira Freddie “Stakeknife” Scappaticci, disse che McGuinness era un leader terrorista spietato che ha autorizzato innumerevoli omicidi, ma non si sarebbe mai personalmente “sporcato le mani”.

Nel maggio 1986, McGuinness fu accusato di essere coinvolto nell’omicidio di Frank Hegarty, attirando l’informatore nella sua casa a Londonderry. Il politico del Sinn Fein, è stato accusato di aver dato la sua parola d’onore alla madre di Frank, Rose Hegarty, che suo figlio tornando a Londonderry sarebbe stato al sicuro ma fu ucciso e scaricato sul ciglio della strada “come un cane”.

Scappaticci ha detto: “Se McGuinness s’incontra nel ruolo che ha nel Sinn Fein, è una bella persona. Ma nel suo ruolo nell’Ira, è una persona fredda e senza scrupoli. Parla poco, fa venire un brivido lungo la schiena”. In seguito, l’ex macellaio di Bogside, divenne il capo negoziatore del Sinn Fein nei colloqui che hanno portato all’accordo del Good Friday pact, accordo del Venerdì Santo.

Dopo essere stato deputato per la circoscrizione Mid Ulster, divenne ministro dell’istruzione nell’esecutivo di coalizione nato nel Nord a seguito dell’accordo. Durante la carica di ministro, abolì l’esame di terza media che da scolaretto aveva fallito. Nel frattempo, contro tutte le aspettative, annodò una stretta relazione con il leader del DUP Ian Paisley.
Nel dicembre 2007, durante una visita con Paisley, all’allora presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, alla Casa Bianca McGuinness disse alla stampa: “Fino al 26 marzo di quest’anno, Ian Paisley abbiamo lavorato a stretto contatto e negli ultimi sette mesi non c’è stata alcuna discussione.

Ma non erano solo risate e, nel 2009, McGuinness descrisse i repubblicani che uccisero due soldati e un poliziotto come “traditori dell’Irlanda”; nel 2010, a seguito del pensionamento di Paisley, i rapporti tra Sinn Fein e DUP erano ormai inaciditi. Nel 2012, la regina incontrò McGuinness a Belfast, nel corso di una mostra: si strinsero la mano e il leader disse che “era il risultato di decenni di lavoro per la costruzione del processo in Irlanda”.

Un momento straordinario poiché l’Army Council dell’Ira, dominato da Gerry Adams, disse di essere stato il suo ex comandante a Belfast ma ha sempre negato di far parte dell’Ira e che era stato McGuinness a ordinare l’omicidio di Lord Mountbatten, zio materno di Filippo di Edimburgo e lontano cugino della stessa regina.

Il disgelo tra i rapporti proseguì e nel 2014, McGuinness partecipò a un banchetto reale a Windsor, nel corso di una visita del presidente irlandese. Lo scorso giugno, con McGuinness, al castello di Hillsborough, la regina ha osservato il passare degli anni e detto scherzando: “Sono ancora viva”. Nel 2013, si recò a parlare a Warrington su invito di Colin e Wendy Parry, il cui figlio Tim fu ucciso da una bomba dell’Ira e a riconoscere il loro dolore.

McGuinness quest’anno ha dato al primo ministro unionista Arlene Foster, un ultimatum per farsi da parte, ignorato, ha annunciato le dimissioni a gennaio a causa di “una grave malattia”. L’ultimo atto di una carriera forgiata tra le fiamme dei Troubles in Irlanda del Nord, che ha raggiunto l’apice dopo che le armi erano state messe a tacere.

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