Merkel: “Bene gli sforzi dell’Italia”. Monti: “Ora ridurre i tassi”

Pubblicato il 11 Gennaio 2012 - 20:58 OLTRE 6 MESI FA

BERLINO – Mario Monti ha convinto Angela Merkel: non solo sulle promesse, ma sulla bontà delle misure adottate dall'Italia. La Cancelliera parla infatti di ''grande rispetto'' per Roma, che ha fatto uno sforzo ''straordinario''.

Il presidente del Consiglio italiano ha ottenuto così dall'incontro il riconoscimento degli sforzi intrapresi ''in tempi rapidi'' e soprattutto la promessa tedesca di accelerare e versare più capitali in quel fondo destinato a sostituire l'attuale Efsf e che sembra rappresentare l'unica vera arma dell'Europa in grado di disinnescare la speculazione.

Berlino anticiperà il pagamento dei capitali nel futuro fondo salva stati Esm per dare un ''segnale ai mercati''. Mercati che ancora non apprezzano pienamente gli sforzi compiuti dall'Italia e tengono a livelli non più giustificabili i tassi di interesse e gli spread, lamenta Monti, arrivato a Berlino preceduto da un'intervista rilasciata al quotidiano Die Welt dove chiede appunto di riconoscere quanto fatto dal nostro paese.

Altrimenti, avverte, si corre il rischio che ''un eccessivo rigore'' faccia rinascere il populismo e le proteste anti tedesche trasformando cosi' l'Italia in un paese anti europeo.

L'attestato di stima della Merkel è così ripetuto più volte nella conferenza stampa alla fine del vertice sebbene il cancelliere ricordi al contempo come le riforme non abbiano mai fine. Nel colloquio, che è durato al di là di quanto previsto dal programma iniziale, il premier ha illustrato oltre alla prova di ''maturita''' fornita dagli italiani anche ''la fase due'', delle misure sul fronte di liberalizzazioni, riforma del lavoro e pensioni sulla linea di quanto richiesto dall'Europa.

Un pacchetto che Monti conta di presentare a Bruxelles il prossimo 23 gennaio dopo il vertice a tre di Roma con Francia e Germania.

L'Italia non è così ''più una fonte di infezione per l'Europa'' rivendica Monti e anzi può lavorare a fianco degli altri due grandi paesi dell'Unione.

Per questo anche i mercati, che pure hanno apprezzato le misure, devono cambiare atteggiamento abbassando tassi e spread che ora sono ancora inchiodati sopra i 500 punti, a livelli ''non più giustificabili''.

Ma anche l'Europa deve fare la sua parte, rileva il presidente del Consiglio, per creare un ''contesto più favorevole'' che possa fare abbassare i tassi. E in un successivo incontro con le tv tedesche Monti rileva di tener in maggior conto il miglioramento dello spread che gli apprezzamenti sul cambio di stile del suo governo.

Di certo dove il professore è riuscito a far cambiare passo a una Germania fino a ieri molto riluttante è sul fronte del fondo salva stati Esm per il quale Berlino è pronta ad accelerare e ampliare il versamento del capitale necessario.

Le tensioni sul debito infatti stanno colpendo duramente anche il settore privato come insegna il caso Unicredit e occorre farvi fronte al più presto poiché il rigore presumibilmente frenerà la già scarsa crescita economica mentre le riforme ci metteranno del tempo a mostrare i loro effetti.

Nell'incontro non si sarebbe parlato invece della licenza bancaria da concedere all'Esm e nemmeno di un altro tema visto con il fumo negli occhi in Germania: gli Eurobond.

La Merkel al riguardo ha ricordato come in Europa ''sono ancora disponibili molti fondi strutturali e per la crescita'' da poter utilizzare.

Senza una rapida soluzione appare invece la Tobin Tax, di cui discuterà sicuramente con il premier britannico, David Cameron, il 18 gennaio, per la quale il presidente francese Sarkozy si sta spendendo molto, argomento che tornerà quindi sul tavolo al vertice trilaterale di Roma del 20 gennaio fra Italia, Germania e Francia.

Prima dell'eurogruppo, dove verrà discusso in sede comunitaria il 23 e poi il 30 gennaio per il vertice straordinario Ue. Monti ricorda le parole del suo inventore di cui è stato allievo che definì la Tobin Tax un mostro ''di Loch Ness che appare e scompare negli anni'', la giudica con favore ma riconosce che ha un senso solo per tutti e 27 i paesi europei e forse solo per l'Eurozona.

La Merkel ribadisce invece che nel governo tedesco le posizioni sono ancora lontane con la netta opposizione degli alleati del partito liberale.