Merkel flessibile e comprensiva? Riforme strutturali, patto di stabilità cambia

Merkel flessibile e comprensiva: il patto di stabilità cambia verso
Merkel flessibile e comprensiva: il patto di stabilità cambia verso (foto Ansa)

BERLINO – Herman Van Rompuy lo scrive,  Angela Merkel lo timbra: d’ora in poi il patto di stabilità europeo deve servire a creare lavoro altrimenti non funziona. Ma prima di tutto ci vogliono riforme srutturali, non quella del Senato, che non fa cambiare nulla se non per qualche politico.

Le riforme che vogliono in Europa sono quelle “strutturali”, tipo mercato del lavoro, contratti e altre cose che non piacciono molto in Italia.

La velina del Governo è ora che Matteo Renzi ha piegato la Merkel. Ma se si leggono bene i testi, si ha la sensazione che è in vista una Cost Rica due.

La formula usata da Van Rompuy nel documento di indirizzo che sarà accolto anche da Jean Claude Juncker se diventerà presidente della Commissione recita:

“Sono necessari passi audaci verso riforme strutturali e un’agenda positiva per la crescita, la competitività e il lavoro”. Da Van Rompuy viene quindi proposto “un consolidamento di bilancio differenziato e attento alla crescita, in linea con il patto di Stabilità e crescita e nell’attuazione di riforme strutturali negli stati membri”

Un testo fortemente voluto e al quale ha lavorato in prima persona anche Matteo Renzi. Il timbro di validità al documento arriva dal portavoce di Angela Merkel  Steffen Steibert che dice di ritenere  possibile un utilizzo “flessibile” del patto europeo di stabilità, che però deve essere rispettato.

Seibert ne parla in conferenza stampa a Berlino e aggiunge:  “La credibilità deriva dal rispetto delle regole che ci si è dati”.

Il patto insomma resta, ma in modo decisamente più  flessibile. Per esempio, nelle regole sul deficit si possono considerare i cicli economici negativi:

“Un prolungamento delle scadenze” di rientro “è possibile ed è già stato usato”. Parole che suonano bene, anzi benissimo, alle orecchie dell’Italia che proprio su tempi più lunghi si batte per avere margini di manovra interni.

Ma che possono essere foriere di pericolose illusioni.

Non solo: c’è anche una “clausola sugli investimenti per le riforme strutturali” da verificare nei singoli casi nel rispetto degli accordi.

 

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