Merkel: Scordatevi il Natale. E non è lo Sceriffo di Nottingham…

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 3 Novembre 2020 - 11:42 OLTRE 6 MESI FA
Angela Merkel: Scordatevi il Natale. E non è lo Sceriffo di Nottingham...

Merkel: Scordatevi il Natale. E non è lo Sceriffo di Nottingham… (Foto da YouTube)

Quest’anno scordatevei il Natale: è la Merkel che parla, non lo sceriffo di Nottingham di Robin Hood…

Angela Merkel: nessuna festa per Capodanno e, bene che andrà, un Natale da passare con i familiari più stretti. Parla un capo di Stato (il più importante Paese europeo), anche se sembrano frasi uscite di bocca dallo sceriffo di Nottingham, il cattivo di Robin Hood. Lo sceriffo che aveva “rubato” (su ordine di Giovanni Senza Terra) il Natale alla popolazione di Nottingham, strozzata dalle infinite tasse del re usurpatore. In questo caso, però, è improbabile possa spuntare fuori un Robin Hood (leggi vaccino) che ci liberi dal Natale chiusi in casa.

Non ha peli sulla lingua e non nasconde quello che aspetta i tedeschi (e non solo) la Cancelliera. Nel primo giorno del lockdown light della Germania illustra quelli che saranno “4 mesi lunghi”.

La Merkel e il Natale a dimensione familiare

“Non penso che ci potranno essere scoppiettanti feste di capodanno, ma forse un Natale con il nucleo familiare, un Natale non solitario”. Sono queste le parole usate dalla Cancelliera tedesca. Si possono scordare quindi i tedeschi – ma il ragionamento è lo stesso per tutta Europa o quasi – feste per l’ultimo dell’anno, fuochi d’artificio e concerti nelle piazze. L’addio – finalmente – al 2020, sarà una cosa privata con un brindisi da fare a casa.

Qualche speranza in più invece per il Natale che per tradizione prevede meno assembramenti. Niente mercatini e niente cenoni da 40 persone con i cugini di settimo grado. Ma una cena in famiglia con i nonni e i parenti più stretti sì. Anzi, forse sì. A patto che vada tutto bene.

Ed è lo scenario migliore…

Questo niente Capodanno e Natale ristretto è infatti non quello che si rischia ma lo scenario migliore. Quello che si realizzerà “se ci comporteremo secondo ragione”, cioè osservando regole e restrizioni. Se la Ragione non sarà la bussola di governati e governanti le conseguenze saranno ben peggiori.

“Siamo il continente dell’Illuminismo: la matematica è importante”, ha detto ancora la Merkel. Chiunque conosca la funzione esponenziale sa che il tasso di riproduzione RT 1,3 o 1,4 non è accettabile”. Merkel ha ammesso, “da fisico” di formazione, di essersi affidata molto alla scienza nella lotta alla pandemia e che continuerà a farlo.

La scienza che smonta la politica

Scienza che smonta, per bocca della Cancelliera, due idee che circolano e affascinano anche i nostri politici: il lockdown degli anziani e l’immunità di gregge. L’idea di tutelare una parte della popolazione “mentre l’altra fa festa, è sbagliata”, ha detto, perché a rischio è “il 30-40% della popolazione. E la nostra società ha una grande fetta di persone anziane”.

La tesi che si potrebbero isolare le persone a rischio è dunque da rigettare: “Non siamo un Paese africano dove la maggioranza della popolazione è giovane”. L’immunità di gregge, il cosiddetto “modello Svezia”, è poi un modello insensato per un Paese con una densità della popolazione totalmente diversa come la Germania. E anche come l’Italia quindi.

La Merkel, con pragmatismo teutonico, dice tutto questo apertamente. Riconosce che “dobbiamo cercare di convincere meglio” ma ha ricordato che “la libertà non è qualcosa di illimitato: è la libertà di prendersi la responsabilità per il prossimo”. E ha notato che “c’è un’accettazione sorprendentemente alta” delle restrizioni. “Anche perché 26 milioni di cittadini sono nelle categorie a rischio”. In sostanza, “quasi chiunque di noi conosce una persona a rischio”. Perciò la Merkel è convinta di due cose. Primo, che i tedeschi capiranno. Secondo, che “il compito della politica non è fare la strategia dello struzzo”. Capiranno anche grazie a risarcimenti che saranno “molto generosi perché lo sforzo richiesto è molto grande”.

La Cancelliera ha ricordato che sono appena stati stanziati dieci miliardi per aiutare artisti e ristoratori. Il governo ha deciso indennità che vanno dal 70 al 75% del fatturato. In Italia l’accettazione è probabilmente meno diffusa, e se si provasse a parametrare i risarcimenti sulle tasse pagate sarebbe ancor più bassa. Ma questa è un’altra storia.