ROMA – Dalla Slovenia ormai giunge un flusso di migranti continuo del’ordine di 300 nuovo ingressi a settimana: il paese di partenza non procede nei riconoscimenti, l’Italia potrebbe esser costretta a sigillare il confine, certificando il fallimento degli storici accordi di Schengen della libera circolazione nello spazio europeo. Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera ci informa sulla risposta a breve periodo delle autorità italiane.
Di fronte a una ulteriore impennata degli ingressi l’Italia sarebbe costretta ad adeguarsi perché, viene sottolineato al ministero dell’Interno «alla fine rischiamo di dover pagare le conseguenze più gravi. Molti altri Stati non registrano tutti gli stranieri che arrivano, ma noi siamo gli unici ad essere stati sottoposti a procedura di infrazione». Riferimento esplicito alla comunicazione giunta da Bruxelles poco prima della pausa natalizia per contestare a Roma la mancata «registrazione» dei migranti attraverso il fotosegnalamento. (Fiorenza Sarzanini, Corriere della Sera).
Del resto la pressione migratoria sul nostro paese non fa che crescere: Svezia e Danimarca, unilateralmente, hanno chiuso le frontiere, la Francia nei tre mesi di emergenza seguita agli attentati di Parigi ha ripristinato i controlli doganali sulle persone.
Non solo: il clima di collaborazione di quest’estate faticosamente raggiunto è rimasto sostanzialmente lettera morta. Si era convenuto che, per non lasciare sole Italia e Grecia a gestire l’accoglienza, gli altri membri dell’unione avrebbero preso in carico 80 migranti al giorno per un totale di 50mila per ognuno dei due paesi. Invece, a oggi, vanno registrati appena 240 “ricollocamenti” in 90 giorni (due/tre al giorno).