Migranti. La Germania guida il fronte del no all’apertura di altri porti Ue

Migranti. La Germania guida il fronte del no all'apertura di altri porti Ue
Migranti. La Germania guida il fronte del no all’apertura di altri porti Ue

ROMA – Migranti. La Germania guida il fronte del no all’apertura di altri porti Ue. Ieri Madrid e Parigi, oggi Berlino, Amsterdam e Bruxelles: le cancellerie di mezza Europa ribadiscono il no alla condivisione degli oneri nell’emergenza profughi il cui cui peso ricade interamente sulle spalle dell’Italia, primo approdo della migrazione africana a mala pena filtrata sulle coste libiche. Per questo appare davvero azzardato fare un pronostico per il delicato vertice informale di Tallin in Estonia che riunisce i diversi ministri dell’Interno: se l’idea dei partner italiani è quello di venire incontro alle richieste italiane senza aprire i porti, una soluzione accettabile resta un miraggio.

“Non credo che il Belgio aprirà i suoi porti” ai migranti salvati nel Mediterraneo, ha dichiarato il ministro per l’Asilo e politica migratoria belga Theo Francken arrivando all’incontro informale a Tallinn.  “Aprire più porti” europei ai migranti soccorsi “non risolverà il problema. Bisogna pensare al ruolo che i porti africani potrebbero avere”, porti come quelli “di Tunisia ed Egitto ad esempio”, ha dichiarato il ministro per la Sicurezza e Giustizia olandese Stef Blok.

Ma il no più pesante è giunto dalla Germania. “Non sosteniamo la cosiddetta regionalizzazione delle operazioni di salvataggio”, è la posizione del il ministro dell’Interno Thomas de Maiziere arrivando a Tallinn.

Madrid, invece, praticamente sostiene di aver già dato quanto ad accoglienza: “L’Italia ha chiesto aiuto, e noi vogliamo dargliene, ma i porti della Spagna sono sottoposti ad una pressione importante nel Mediterraneo occidentale, aumentata del 140%, che impone anche a noi un grosso sforzo per i salvataggi in mare”, ha detto il ministro dell’Interno spagnolo Juan Ignacio Zoido.

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