Migranti, la nuova rotta balcanica passa dalla Bosnia Migranti, la nuova rotta balcanica passa dalla Bosnia

Migranti, la nuova rotta balcanica passa dalla Bosnia

Migranti, la nuova rotta balcanica passa dalla Bosnia
Migranti, la nuova rotta balcanica passa dalla Bosnia (Foto Ansa)

SARAJEVO – Una nuova rotta si è aperta per i migranti diretti nell’Unione europea, a confermare che chiudere le frontiere serve a poco: si tratta della rotta bosniaca, che sta destando non poco allarme in Slovenia.

Fra gennaio e marzo, spiega Il Piccolo di Trieste, è aumentato il numero di persone bloccate in Croazia, e questo nonostante l’Ungheria abbia sbarrato i confini e la stessa babbia rafforzato i controlli alla frontiera serba. La ministra slovena degli Interni, Vesna Gyorkos Znidar, spiega questi flussi con una nuova rotta attraverso la Bosnia, Paese solo lambito dalla crisi migratoria di tre anni fa.

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Secondo i dati riportati dal Piccolo, sono duemila i migranti fermati nel Paese o respinti mentre tentavano di entrarvi attraverso il Montenegro o la Serbia da gennaio a metà aprile. Una cifra significativa, nota il quotidiano triestino, se si pensa che le cifre sono praticamente raddoppiate rispetto al 2017. E secondo il ministro bosniaco della Sicurezza Dragan Mektić, il numero di coloro che tentano “di raggiungere l’Ue dalla Turchia via Grecia, Albania, Montenegro e Bosnia” potrebbe aumentare di molto nei prossimi mesi.

Nel frattempo, sottolinea Il Piccolo,

i trafficanti fanno come sempre affari d’oro, dato che solo dalla Bosnia «un passaggio fino a Zagabria costa 1.000 euro, 800 fino a Spalato», ha specificato Info Park. E c’è anche chi rischia grosso, varcando la frontiera tra Bosnia e Montenegro. Rischia la vita stessa, se s’imbatte nei campi minati eredità della guerra. A fine marzo, per evitare gravi incidenti, la Croce Rossa di Trebinje assieme a una locale associazione ha collocato cartelli di avvertimento, con una mappa delle aree pericolose, contrassegnate da un teschio e dalla scritta «attenzione», lungo i sentieri solitamente percorsi dai profughi. E proprio da lì, in futuro, potrebbero passare i tanti – 100 in media in 24 ore questa settimana, secondo dati di ieri della Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa – che guadano, al confine tra Grecia e Turchia, l’insidioso fiume Evros. Che è solo una tappa di un lungo viaggio verso nord.

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