Parlamento europeo: rimborsi salati, sprechi e “premi” d’oro ai collaboratori

BRUXELLES – Quando è uscito nel 2008 lo avevano ribattezzato il ciclone Galvin e adesso di quel rapporto sulla trasparenza al parlamento europeo -buttato alle spalle lo scandalo- è rimasto il segreto sui nomi.

Nonostante gli abusi rilevati nelle note spese, gli stipendi d’oro, i “premi” fuori busta paga, a Bruxelles resteranno anonimi i responsabili del sistema denunciato dal Daily Telegraph due anni fa.

Dopo una sentenza della Corte di Giustizia europea almeno i fatti, le voci in bilancio e le spese contenute nel rapporto Galvin sono state rese pubbliche. Del resto però non si può sapere nulla, gli eurodeputati coinvolti e i loro nomi devono rimanere ancora un segreto.

L’immagine del Parlamento europeo che è venuta fuori è opaca e senza smalto e, come scrive il Wall Street Journal, di fatto è un altro scandalo spese per Bruxelles.

L’anno scorso per esempio nel ciclone finì il britannico Chris Davies che venne indagato per abusi su spese e benefit. Di tutta risposta, piuttosto che allontanarlo l’Ue scelse di tagliare il suo stipendio da 11.355 sterline a 7957. La scorsa settimana, nonostante sembrava che tutto si stesse insabbiando con il passare del tempo, il Sunday Times di Londra ha pubblicato altre carte di uno scandalo che ha rivelato l’altra faccia dei deputati europei.

Alcuni eurodeputati dichiaravano di aver versato a collaboratori “premi” fino a 20 volte il loro stipendio, alcuni deputati avrebbero assunto parenti, amici o anche amanti.

La Commissione è quella dove eventuali i numeri sembrano quelli di una vera e propria operazione spreco: oltre 7 milioni di euro in beni di lusso, 25 mila funzionari e 27 commissari per ogni Stato membro. Nella nota spese del 2009 poi c’è anche una voce party costosissimo, più trasporti e regali pagati per parlamentari e famiglia.

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