STRASBURGO – Sono andati a votare 13 volte su 82, una miseria rispetto ai colleghi di Pd e M5s che vantano l’80% di presenze. I mangia-stipendio del Parlamento Ue sono tutti italiani: a pari merito al 722esimo posto della classifica (che conta 751 eurodeputati eletti) ci sono l’alfaniano Lorenzo Cesa, i forzisti Giovanni Toti e Raffaele Fitto e il leader della Lega Nord, Matteo Salvini.
A Strasburgo la legislatura è appena cominciata e la pianta infestante dell’assenteismo è già germogliata. A spulciare le tabelle di Votewatch (il database che raccoglie le votazioni del Parlamento Ue) è Marco Zatterin Per il quotidiano la Stampa.
Assenteisti a parte però, a riempire gli scranni del Parlamento Ue, dopo tre mesi, ci sono 182 “valorosi” deputati ancora a punteggio pieno: hanno votato tutte e 82 le volte. Di questi solo 16 sono italiani:
“Sei del Pd (compresi Cofferati e Picerno), cinque del Ppe (con Gardini e Comi), tre leghisti (incluso Borghezio), due grillini (Affronte e Zanni)”, conta Zatterin.
Mentre i due giornalisti di Repubblica eletti con la Lista Tsipras, rasentano la sufficienza: Curzio Maltese ha votato il 58% delle volte, Barbara Spinelli il 46,3. Nel complesso però, sono 51 gli italiani su 73, che hanno partecipato ad almeno il 90% delle consultazioni. Non male.
Zatterin fa l’appello anche in casa Pd:
“Tolto chi – come Gianni Pittella – ha l’incarico di capogruppo degli eurosocialisti e dunque è assente giustificato (come lo è il popolare tedesco Weber che ha mansioni e punteggi analoghi), in casa Pd si comincia col il 50% di Renato Soru, si sale al 58 di Bettini, Moretti e Paolucci, quindi si va all’85 di Patrizia Toia, che pure guida la delegazione”.
A parte i due assenti cronici di cui sopra, non scansano le fatiche gli altri italiani iscritti al gruppo dei popolari, sia forzisti che Ncd.
“Cinque hanno votato sempre, mentre 13 su 17 sono oltre il 90 per cento. Ultimo è Aldo Patricello, con 5 suffragi su 82, ma ha avuto qualche problema di salute. Mezza classifica per Tajani, Matera e Mussolini, col primo che ha il serio alibi della vicepresidenza dell’assemblea: i ruoli di rappresentanza tengono da sempre a distanza dall’emiciclo”.
I più diligenti sono i grillini, anche se spesso disobbediscono alle direttive del gruppo Efdd al quale appartengono con l’Ukip di Farage:
“due sempre-votanti, ma tutti sono oltre l’82% cento, con un minimo di 68 voti su 82. Attira l’attenzione – osserva Zatterin – l’alto tasso di deviazione dalle scelte del gruppo Efdd formato da Grillo con Farage. A Strasburgo, è considerato un matrimonio d’interesse, tanto che i due leader si sono dati libertà di scelta, così gli uomini e le donne del M5s hanno votato con gli altri nel 70% delle occasioni”.
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