Patto migranti: persone salvate in mare redistribuite tra tutti i partner Ue

Il nuovo patto migranti della Commissione Europea su asilo e migrazione. Le persone salvate in mare dovranno essere redistribuite tra tutti i partner europei

Solidarietà obbligatoria, redistribuzione o rimpatri sponsorizzati, salvataggi in mare, la commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johansson, spiega il nuovo patto sui migranti. 

Meccanismo automatico per i salvati in mare

Il meccanismo di solidarietà, con i ricollocamenti ed i rimpatri sponsorizzati, scatterà in modo automatico per i migranti che vengono salvati in mare. Ma anche il Paese di sbarco ne dovrà accogliere una parte. Insomma non ci saranno più soluzioni ad hoc ad ogni sbarco, perché ci saranno indicazioni precise e prefissate, sulla base della valutazione della Commissione europea.

Rimpatri sponsorizzati obbligatori

“Tutti gli Stati Ue dovranno mostrare solidarietà verso i Paesi sotto pressione: potranno farlo o con i ricollocamenti, o con i rimpatri sponsorizzati. Sono queste le due componenti fondamentali del meccanismo di solidarietà obbligatorio”. Con “i rimpatri sponsorizzati gli Stati dovranno rimpatriare – entro otto mesi – una quota di migranti dal Paese di primo ingresso. Se entro otto mesi non saranno effettuati tutti i rimpatri, lo Stato partner accoglierà sul suo territorio quanti restano da allontanare”. Il meccanismo permette contributi anche col rafforzamento delle capacità, come ad esempio la costruzione di centri di accoglienza.

Niente scappatoie per richieste asilo in altri Stati 

Il regolamento di Dublino pone tutta la responsabilità per il migrante entrato illegalmente nell’Ue sul Paese di primo ingresso, salvo alcuni casi, e presenta “scappatoie che permettono ai migranti di fuggire e andare a chiedere asilo nello Stato di sua scelta. Questa proposta chiude le scappatoie e introduce modifiche che consentono una distribuzione più giusta della responsabilità”.

Citando esempi di alleggerimento della responsabilità, Johansson spiega: “Se il migrante ha già un parente nell’Ue, il Paese in cui risiede il congiunto sarà responsabile anche per il nuovo arrivato. Se il migrante in precedenza ha lavorato o studiato in uno Stato diverso dal primo ingresso, quel Paese sarà responsabile”.

Praga rifiuta l’obbligo di ricollocamenti

La Repubblica Ceca rifiuta qualsiasi redistribuzione obbligatoria dei migranti tra i Paesi membri dell’Ue. Lo ha detto il ministro dell’Interno Jan Hamacek (Cssd, democratici sociali) reagendo al pacchetto di misure proposto dalla Commissione europea.

Hamacek ha escluso l’obbligo di accogliere i migranti: “Siamo contrari. Non saremo d’accordo con nessuna proposta contenente l’obbligo di ricollocamento”, ha dichiarato, ricordando che Praga ha assunto questa posizione da tempo insieme agli altri Visegrad (Slovacchia, Polonia, Ungheria) e ai Paesi baltici. (Fonte Ansa).

Gestione cookie