Germania, la paura nucleare spinge i Verdi: ecologisti in ascesa nelle ultime elezioni

BERLINO – Dopo i tragici avvenimenti di Fukushima, la Germania, tradizionalmente sensibile al tema della minaccia nucleare, ha avuto un fisiologico spostamento elettorale. Così si spiegherebbe il clamoroso successo del partito dei Verdi che brindano oggi all’indomani di uno storico risultato che li ha portati al 24,2 % in Baden-Württemberg e al 15,4 % in Renania-Palatinato. Oggi, in diversi stati sono praticamente testa a testa con i grandi partiti storici della CDU e dell’SPD, ed in altri i loro numeri stanno costantemente crescendo.

In realtà, secondo diversi commentatori politici, lo score dei Verdi non è un fenomeno eccezionale, ma il segnale di un profondo mutamento del panorama politico. Senz’altro l’incidente nucleare giapponese, come pure la scomposta reazione della Merkel ed il conseguente voltafaccia sulla politica nucleare, hanno contribuito a spostare qualche elettore dalla CDU al partito ecologista. Ma in realtà questo ha beneficiato di una tendenza che i sondaggi e le intenzioni di voto avevano messo in evidenza da mesi.

Da un lato, nella popolazione si è radicato un sentimento di esasperazione verso i dominatori della vita politica tedesca, il partito conservatore della Merkel e quello progressista dell’SPD. Dall’altro, l’evoluzione dei Verdi nel senso di una formazione responsabile e meno ribelle ha fatto sì che il centro socio-politico abbia cominciato a identificarsi con loro. Una parte importante della società tedesca, non fortemente ideologizzata, si riconosce nelle posizioni del partito ecologista su un vasto numero di argomenti, dallo stile di vita, ai valori etici, alla politica energetica.

Le elezioni nel Baden-Württemberg sono state sintomatiche di questo nuovo trend. Votando verde, i cittadini hanno manifestato il loro dissenso nei confronti della CDU, al potere nella regione dal 1953, e soprattutto verso Stoccarda 21, un controverso progetto multimilionario che avrebbe dovuto stravolgere il volto della città. Oggi, il ricco Bundesland, dopo un mezzo secolo monocolore, sarà governato da un uomo di 62 anni, ex professore di biologia, il verde Winfried Kretschmann. La figura di questo serioso uomo politico, dai toni pacati ed a volte perfino monotoni, marca meglio di ogni altra cosa il distacco dalla precedente generazione di ecologisti, caratterizzati da un forte piglio protestatario. Quando il leader storico dei versi, Joschka Fischer, divenne ministro dell’ambiente nel bundesland dell’Assia fece scalpore presentandosi nei palazzi pubblici con una giacca sdrucita e scarpe da ginnastica. Due anni prima si era meritato qualche servizio giornalistico quando, tra i primi verdi a varcare la soglia del Bundestag, aveva detto al presidente dell’assemblea Richard Stücklen: «Con permesso, lei è uno str..».

Siamo anni luce dal nuovo corso dei verdi, rappresentato dall’attuale presidente del Baden-Württemberg e sancito dalle recenti elezioni. Quando i risultati degli scrutini sono stati infini svelati, il vincitore Kretschmann ha sobriamente dichiarato:«Stasera si festeggia, ma domani torniamo al lavoro.» Il partito di lotta è diventato un partito di governo.

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