Polonia: l’improvvisa metamorfosi di Jaroslaw Kaczynski

Pubblicato il 19 Giugno 2010 - 12:00 OLTRE 6 MESI FA

A Varsavia, poco distante dal palazzo presidenziale, si trova l’Hotel Europejski. E’ un albergo un poco in rovina, la facciata dai toni sbiaditi, un’aria stantia che occupa in permanenza l’hall. E’ in questo decoro spoglio e dimesso, che Jaroslaw Kaczynski ha impiantato il quartier generale del partito da lui presieduto, Diritto e Giustizia. A breve in Polonia, si volgeranno le elezioni anticipate e tutti i partiti sono già in campagna. Il paese è chiamato a rimpiazzare quella fetta della classe dirigente polacca deceduta nel tragico incidente aereo di Smolensk. Tra i morti c’è anche l’allora presidente della repubblica, fratello gemello di Jaroslaw, nonché cofondatore di Diritto e Giustizia, Lech Kaczynski,.

La perdita subita da Jaroslaw ha determinato un improvviso cambiamento nella  personalità dell’uomo politico. Il giorno del disastro aereo, un capitolo della sua vita si è chiuso improvvisamente. Suo fratello, compagno di una vita, è morto. La madre, 83 anni, ricoverata da  tempo a causa di una malattia molto grave, non e’ piu’ un sostegno. La sola casa che rimane allo scapolo Jaroslaw sono i suoi numeorsi gatti, e naturalmente il partito.

Parlando dal suo modesto hotel di Varsavia, dice che non aveva altra scelta: «E’ il mio dovere di andare avanti per quelli che sono morti – specialmente mio fratello». Quello che colpisce in questo sua nuova sfida è la novità dell’impegno. Jaroslaw sembra aver cambiato il suo credo politico. Un tempo era un politico conservatore, nazionalista, dai toni fortemente ostili in politica estera, specialmente nei confronti dei due, ingombranti, paesi vicini, Russia e Germania. La sua visione della politica divideva la Polonia e  i  suoi politici in buoni e cattivi, in quelli che erano per lei, e quelli contro di lei. Oggi, improvvisamente, Jaroslaw ha assunto un tono diverso: «La guerra Polonia-Polonia deve finire, e una buona relazione con i vicini è necessaria». Niente di meno che una metamorfosi politica.

Questo cambiamento di politica avrebbe potuto generare mal di pancia, essere visto come un’acrobazia ideologica per intercettare la pietà popolare causata dalla morte di Lech. Eppure, questo con Jaroslaw non sta succedendo e la sua nuova posizione sembra convincere una larga parte dell’elettorato. Nessuno crede che la trasformazione del candidato non sia autentica. Jaroslaw è conosciuto per essere un politico incallito, ma non un’ipocrita o un intrigante. Quello che ha, è una buona comprensione per l’umore della sua gente.

«Voglio sfruttare – dice in una sala gremita dell’albergo di Varsovia – l’esplosione di buoni sentimenti causata nel nostro paese dalla tragedia di Smolensk.» Poi, inaspettatamente, tende ancora una volta la mando ai tedeschi. «Le nostre relazioni hanno più di 1000 anni. Dobbiamo pensare al futuro.» In precedenza, Jaroslaw si era rivolto ai tedeschi soprattutto per accusarli di non aver abbastanza rispetto per le vittime polacche del nazismo.

La campagna polacca si sta avvicinando alla fine. Il partito di Kaczynski è attualmente solo 6 punti percentuale dietro il partito liberal-conservatore di Bronislaw Komorowski, presidente del Parlamento nonché presidente della Repubblica ad interim dal giorno del disastro aereo di Smolensk. La distanza tra i due candidati si sta erodendo ormai da settimane, e il trend non pare destinato ad interrompersi. Jaroslaw sembra avvantaggiato. Da una parte, per i suoi avversari è difficile attaccarlo, visto la tragedia che gli è capitata e l’aura di martire che gli è stata data dai giornali. Dall’altra, l’ex ultrapatriota polacco ha capito quello che il suo paese vuole in questo momento, unità e concordia. E ci si adeguato.