Portogallo, dopo Zapatero ora rischia Socrates

LISBONA, 2 GIU – Dopo sette anni di incontrastato dominio il 'nuovo' socialismo iberico dei 'giovani lupi' Zapatero e Socrates appare oggi in crisi: dopo la debacle del Psoe spagnolo alle amministrative del 22 maggio, e l'annuncio che Jose' Luis Zapatero lascera' fra 10 mesi, anche il Ps del premier portoghese Jose' Socrates appare vicino alla fine di un ciclo alle politiche di domenica, che secondo i sondaggi dovrebbero essere vinte dal centrodestra. Lisbona arriva alle elezioni anticipate, dopo le dimissioni di Socrates in aprile, in una atmosfera di crisi profonda. Do Grecia e Irlanda, anche il Portogallo e' stato costretto a fare ricorso al salvataggio finanziario di Ue e Fmi per evitare una bancarotta, impegnandosi in cambio di un aiuto da 78 miliardi, ad accettare un duro piano di risanamento che implica anche di fatto la rinuncia a parte della sua sovranita'. Chi vincera' le elezioni non avra' un grande margine di manovra. Dovra' applicare alla lettera le misure imposte da Bruxelles e Washington, che colpiranno il paese piu' povero dell'Europa occidentale, gia' messo in ginocchio dai successivi giri di vite antideficit decisi dal governo socialista nell'ultimo anno. I tre principali partiti, il Ps di Socrates, il Psd di Pedro Passos Coelho, che secondo i sondaggi dovrebbe diventare il prossimo premier, e il Cds di Paulo Portas, suo probabile alleato di governo, hanno gia' accettato le 'forche caudine' di Ue e Fmi. Le due formazioni della sinistra, i comunisti-verdi della Cdu di Jeronimo da Sousa e i post-trotzkysti del Bloco de Esquerda (Be) di Francisco Louca – 20% circa insieme alle ultime politiche – si sono invece dissociati, denunciando un 'diktat' di banche e mercati. Nell' ultimo sondaggio, pubblicato oggi a quattro giorni dalle politiche da Diario de Noticias, il Psd ottiene il 36% delle intenzioni di voto, davanti al Ps di Socrates al 31% e al Cds all'11%. Cdu e Be si fermano rispettivamente all'8% e al 7%. Insieme i due partiti del centrodestra sono al 47%, e le proiezioni danno loro la maggioranza assoluta, con fra 115 e 130 seggi su 230 nel parlamento monocamerale di Lisbona. Sul voto pesano pero' ancora incertezze, un elettore su cinque e' ancora indeciso. La battaglia rischia di essere soprattutto a forte suspence nel nord del Portogallo, la parte piu' povera del paese e piu' colpita dalla crisi. Fra Oporto, Braga, Viana do Castelo e Viseu una ventina di seggi potrebbero spostarsi da Ps a Psd. Tutti i principali leader hanno quindi previsto di passare nel nord le ultime ore di campagna. Se dalle urne non uscira' una maggioranza chiara di centrodestra, la sola via percorribile per il paese potrebbe essere quella di una 'grande coalizione', o 'blocco centrale', Psd-Ps o Psd-Cds-Ps. Una ipotesi che vedrebbe favorevole il capo dello stato Anibal Cavaco Silva, come la piu' solida per traghettare il paese fuori dalla crisi. Ma Passos Coelho e Portas hanno escluso ogni ipotesi di accordo dopo le elezioni con i socialisti se Socrates, che accusano di avere trascinato il paese verso il disastro e il salvataggio Ue-Fmi, restera' alla guida del Ps. Come Zapatero, ai minimi storici in Spagna, che lascera' per le politiche di marzo, anche Socrates, l'altro 'giovane lupo' del socialismo iberico, al potere dal 2005, in caso di sconfitta potrebbe doversi fare da parte.

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