Inglesi al referendum: addio al maggioritario secco? I Lib-dem di Clegg in pista per l’alternative vote

David Cameron

LONDRA – “Vi faremo avere di nuovo fiducia nella politica”, aveva detto l’outsider Nick Clegg appena diventato vicepremier. Adesso la sua lotta contro il maggioritario secco arriva al referendum con i Lib-Dem in prima fila per l’alternative vote, ovvero il voto alternativo che avrebbe permesso a maggio 2010 ai liberaldemocratici di avere il 50 per cento dei deputati in più.

La Clegg revolution, aveva promesso lui in persona, sarebbe passata soprattutto dallo smantellamento delle lobby, sia istituzionali che industriali, a partire dai prossimi stravolgimenti nell’assetto della Camera dei Lords, i cui membri saranno tutti eletti senza distinzioni o preferenze di nomina per ragioni ereditarie o favori politici, trampolino verso le poltrone.

Il vicepremier punta a un nuovo sistema elettorale, contro il maggioritario secco che ha sempre penalizzato i liberali. Secondo l’alternative vote vince il candidato che ottiene il 50% di voti nella sua circoscrizione. I singoli collegi vengono allargati e trasformati in ‘distretti elettorali’ in modo da includere diversi aspiranti deputati. Con questo metodo Clegg dichiara battaglia ai cosiddetti impiegati della politica, ovvero i seggi sicuri in Parlamento. Nella nuova coalizione targata Tory i liberaldemocratici non sono riusciti a strappare ai vicini nessuna modifica, se non la conquista del referendum sull’Alternative Vote.

In realtà nelle file di Clegg la grande speranza sarebbe ottenere il proporzionale che garantirebbe loro una rappresentanza decisamente più consistente a Westminster. L’affluenza però, dicono i sondaggi (falsi per alcuni) sarà molto bassa. Intanto a Downing Street la tensione sale tra i due alleati, il premier Cameron e il vice Clegg a un anno dal voto.

Si vota giovedì 5 maggio in Gran Bretagna per il referendum sul cosiddetto Voto Alternativo (Av), un sistema elettorale che sostituirebbe l’attuale sistema maggioritario a turno unico. Con il Voto Alternativo, l’elettore assegna il numero “1” al candidato preferito, il “2” alla sua seconda scelta e così via. Se nessuno dei candidati ottiene la maggioranza, si ripartiscono i voti del candidato che ha ottenuto meno consensi e si continua così fino a quando qualcuno non raccoglie la maggioranza assoluta. Il quesito referendario ha tuttavia suscitato poco entusiasmo nell’opionione pubblica e anche la campagna elettorale è stata decisamente sotto tono. Decisamente contrari i conservatori e tiepidamente favorevoli i laburisti (molti esponenti del partito sono apertamente schierati contro), il voto alternativo è voluto con forza forse soltanto dai lib-dem che hanno messo la questione del referendum tra le condizioni per andare al governo con i Tories.

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