Renzi: piano da 240 miliardi per la Ue. Ma il problema è evitare la manovra

Renzi: piano da 240 miliardi per la Ue. Ma il problema è evitare la manovra
Renzi: piano da 240 miliardi per la Ue. Ma il problema è evitare la manovra

ROMA – Un piano ambizioso, forse troppo, per lasciare il segno in Europa. Matteo Renzi punta a un maxi piano da 240 miliardi di euro l’anno per cinque anni da lanciare e avviare proprio durante questo semestre di presidenza italiana.

240 miliardi che, spicciolo più spicciolo meno, moltiplicati fanno più di mille miliardi in cinque anni: il 2% del Pil europeo. Soldi che nelle intenzioni di Italia e Francia dovranno essere utilizzati per grandi infrastrutture, energia, ricerca e innovazione.

Ci lavorano, secondo Andrea Argenio che dà la notizia su Repubblica 

per l’Italia Sandro Gozi e per la Francia Harlem Desir – verrà svelato solo dopo l’estate e a portarlo sul tavolo europeo sarà Hollande, visto che gli italiani in quanto presidenti di turno dovranno mostrarsi super partes. Ma, ca va sans dire, Roma sarà pronta a sostenere all’istante la proposta dei cugini d’Oltralpe. Una proposta che permetterà a Hollande e Renzi, con la Merkel che al momento si è mostrata interessata, di dare slancio alla ripresa.

Il piano, per ora, non è stato neppure annunciato. Se ne parla dopo l’estate. Anche perché l’ultimo incontro Ue è stato una battaglia su ogni singola virgola. E mettere sul tavolo 1000 miliardi di investimenti sarebbe stata pura e semplice provocazione.

Italia e Francia, per ora, pensano a dove e come trovare i 1000 miliardi da investire. Spiega Repubblica:

Per accedere ai soldi ogni stato dovrà scrivere un piano di investimento pluriennale da sottoporre a Bruxelles. I soldi saranno reperiti dirottando i vari programmi europei, i fondi strutturali, le capacità della Banca europea degli investimenti (che potrebbe essere ricapitalizzata ad hoc) nel maxi-piano. E per aumentare la capacità economica del fondo, Italia e Francia proporranno anche di dare nuova enfasi ai Project Bonds, al momento un semplice progetto pilota.

Come Renzi pensi di poter convincere gli alleati Argenio non lo spiega. Anzi. Per ora il problema è come evitare una manovra in autunno senza imbattersi in una procedura di infrazione Ue per debito eccessivo:

C’è poi da lavorare perché la flessibilità enunciata dai leader a Bruxelles diventi realtà, altrimenti l’Italia rischia di vedersi imporre una nuova, pesante, manovra correttiva o, nel 2015, l’apertura di una procedura per debito eccessivo che gli toglierebbe spicchi di sovranità economica. Per questo ieri il premier parlando con i ministri che lo chiamavano per conoscere i dettagli del summit di venerdì scorso spiegava: «Abbiamo fatto capire che siamo un Paese forte, che non va in Europa con il cappello in mano ma si fa rispettare. Ora però tocca fare le riforme in Italia se vogliamo la flessibilità dell’Europa. Spero adesso sia chiaro perché abbiamo modulato sui 1000 giorni l’impegno: questo è l’orizzonte di cui necessitiamo» e questo è il tempo di elasticità sul taglio di deficit (che comunque resterà sotto il 3%) e debito al quale punta Roma. Per consolidare il risultato il primo appuntamento sarà l’Ecofin del 7 luglio. Poi si andrà in pressing sulla Commissione Barroso, che scadrà tra 4 mesi, e su quella di Juncker che si insedierà a novembre perché il cambio di rotta im- presso dai leader si tramuti in realtà.

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