Russia. Khodorkovsky alla sbarra: l’ex magnate e oppositore di Putin si difende

Mikhail B. Khodorkovsky

Quando era presidente, Vladimir Putin lo ha portato dietro le sbarre, ma ora dopo anni l’ex tycoon Mikhail B. Khodorkovsky si difende e parla davanti ai giudici. Usa la sua testimonianza con l’obiettivo di dimostrare che le accuse contro di lui – evasione fiscale, frode e peculato e ora anche appropriazione indebita di greggio- rappresentano una mossa politica per metterlo a tacere. Rischia di restare in cella altri 20 anni, udienza dopo udienza è dovuto rimanere in silenzio. Adesso racconta la sua versione ed esce dal cubo di vetro da cui ha ascoltato per anni i pubblici ministeri.

Fino al suo arresto, nel 2003, era conosciuto come il leader della compagnia petrolifera Yukos Oil Co. L’aveva modernizzata, rendendola la più efficiente del settore in tutta la Russia e in grado di competere a livello internazionale. Quando però decise di fare un passo in avanti, da magnate a grande oppositore del Cremlino, Khodorovsky entrò nel mirino degli ex fedelissimi del Kgb e del governo di Mosca.

IERI Il 25 ottobre del 2003 venne arrestato, davanti a tutto il Paese Putin lo paragonò ad Al Capone, sbandierando i suoi presunti crimini. All’epoca, a ridosso delle elezioni parlamentari dello stesso anno, Khodorkovsky finanziava alcuni partiti politici di stampo liberaldemocratico ed era in trattativa per la vendita di una grossa fetta della Yukos a una multinazionale del petrolio.

La sua “Russia aperta”, un gruppo che promuoveva il multipartitismo nel paese e la democrazia, si scontrava con il piano politico di Putin, determinato a rinazionalizzare l’industria del gas e del petrolio e ha mettere un punto alla democrazia multipartitica di Mosca.

OGGI Nel nuovo processo cominciato nel marzo del 2009 (la prima condanna risale al 16 ottobre del 2005), i giudici accusano Khodorovsky e il suo braccio destro, nonché partner in affari, di appropriazione indebita di greggio: i due avrebbero sottratto circa 2,5 miliardi di barili tra il 1998 e il 2003, pari a un terzo del consumo di petrolio annuo degli Stati Uniti. Secondo la difesa però la Yukos è estranea ai fatti. Il diretto interessato, nonché imputato, ha parlato di «schizofrenia legale», perché è accusato di avere rubato del petrolio ma era già stato condannato per non averci pagato le tasse sopra.

Il caso Khodorkovsky e le sue sorti rappresentano per l’attuale presidente Dmitri Medvedev un banco di prova per dimostrare il suo distacco dalle scelte politiche repressive di Putin, suo predecessore e mentore. Eppure il nuovo processo non lascia spiragli di speranza.

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