Russia: opposizione torna in piazza, fermato Navalni

MOSCA, 5 MAR – Di meno, senza tende, ma piu' arrabbiati. L'opposizione russa torna in piazza il giorno dopo la ''doccia fredda'' della rielezione di Putin al Cremlino: 20mila persone secondo gli organizzatori, 14mila per la polizia, si sono radunate questa sera a Mosca, col termometro di nuovo in picchiata, nella centralissima piazza Pushkin, per protestare contro un presidente che ritengono ''illegittimo'' e chiedendo ''una Russia senza Putin''. Numericamente un flop se si pensa ai brogli denunciati anche ieri e al fatto che la capitale, culla della protesta, ha negato a Putin il 50%.

Ma a far tornare sotto i riflettori la contestazione anti-Putin ci ha pensato il blogger Alexiei Navalni, arrestato insieme ad altri leader per essere rimasto nella piazza a gridare slogan contro il premier dopo la fine della manifestazione. ''Vi saluto tutti da un cellulare della polizia'', ha twittato, mettendo in allerta i suoi simpatizzanti.

L'atmosfera stasera era tesa. La capitale era in stato d'assedio, tra elicotteri che volteggiavano, metal detector e transenne ovunque, decine di mezzi e migliaia di uomini dei corpi speciali, pronti a tutto pur di evitare il contatto tra i manifestanti anti-Putin e alcune migliaia di suoi fan, radunatisi a un chilometro di distanza sulla spianata del Maneggio, sotto le mura del Cremlino. ''Non ce ne andremo dalle strade, non ci stancheremo perche' abbiamo dignita' e coscienza. Il potere siamo noi, e li costringeremo a vivere secondo la legge'', ha gridato Navalni dal palco, acclamato da un boato tale da dover concedere un bis. Ammettendo alcuni errori di valutazione: ''Pensavamo che tutto il Paese sapesse quello che sappiamo noi. Da domani creeremo una macchina di propaganda universale che lavorera' meglio del Primo canale (la tv di stato, ndr)''.

E tra sei mesi, ha assicurato, ogni russo, anche nella piu' piccola citta', conoscera' i nomi degli amici di Putin che vendono il nostro petrolio e il nostro gas. ''E quando si pronuncera' il nome Putin verra' in mente una parola composta da tre lettere: vor (ladro, ndr)''. Una parola, quest'ultima, scandita in coro dalla folla.

''Il potere soffre di bulimia – ha concluso – continuano a divorare tutto ma noi li fermeremo perche' solo noi possiamo farlo''.

Con Navalni, hanno preso il microfono tutti i leader della protesta, dall'ecologista Ievgenia Cirikova all'ex vicepremier Boris Nemtsov al capo del Fronte di Sinistra, Sergiei Udaltsov: quest'ultimo arrestato dopo aver annunciato di voler rimanere in piazza ''finche' Putin non se ne va'' e dopo aver invitato a piantare le tende. Fermati anche una ventina di nazionalisti che avevano tentato di sfondare il cordone di polizia per marciare sulla via Tverskaia verso il Cremlino, e almeno 50 attivisti con lo scrittore Eduard Limonov sulla piazza Lubianka, per un raduno non autorizzato vicino alla commissione elettorale. Una settantina di fermi nelle proteste anche a San Pietroburgo.

Il popolo della piazza pero' ha forse trovato un nuovo leader che potrebbe incanalare la protesta – ora a rischio radicalizzazione – in binari piu' istituzionali: l'oligarca Prokhorov che, forte del secondo posto ottenuto a Mosca col 20% e del terzo posto in Russia, e' salito per la prima volta sul palco di una manifestazione anti-Putin promettendo di fondare un suo partito tra applausi e qualche fischio. ''Prometto di battermi per un Paese libero, in cui i cittadini voteranno non per paura ma secondo le proprie convinzioni – ha detto – Costruiremo un nuovo Paese di cui essere fieri e faro' del mio meglio per il cambiamento''.

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