Scudo fiscale: ricorso alla Ue per violazione del diritto comunitario

Luigi De Magistris

Una denuncia alla Commissione europea contro lo scudo fiscale italiano che violerebbe diversi principi del diritto comunitario ed esporrebbe chi vi aderisce al rischio, come già accaduto per i condoni Iva, di pagarne le conseguenze, è stata presentata da alcuni europarlamentari dell’opposizione.

Tra i  sottoscrittori figurano  Luigi De Magistris  e Vittorio Prodi (Pd), il quale ha precisato di aver aderito “a titolo personale”.

L’incarico di portare avanti l’iniziativa è stato affidato a un studio legale specializzato in questioni comunitarie il cui rappresentante, Giuseppe Giacomini, ha spiegato nei dettagli la tesi sostenuta dai ricorrenti nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato  Niccolò Rinaldi e Giommaria Uggias dell’Idv e lo stesso Prodi.

Nella denuncia, che dovrà ora essere valutata dai competenti servizi della Commissione Ue, si sostiene che lo scudo fiscale presenta «tre punti di evidentissima incompatibilità con il diritto comunitario», ha detto Giacomini. Il provvedimento varato dal governo italiano, in particolare, violerebbe le disposizioni sull’Iva, sugli aiuti di Stato e sulle norme antiriciclaggio anche a causa di quanto previsto in merito all’anonimato delle operazioni di rientro dei capitali e alla possibilità di frazionare gli importi delle stesse.

Dopo diversi incontri”tecnici” tra funzionari italiani e comunitari, lo scudo fiscale ha ottenuto, nei mesi scorsi, un via libera informale da parte della Commissione. Ma la tesi dei ricorrenti, tra i quali figura anche il centro di studi internazionli britannico “European Policy Forum”, è che il provvedimento avrebbe dovuto essere notificato formalmente a Bruxelles ed essere oggetto di un pronunciamento altrettante formale da parte della Commissione.

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