ROMA – Non tutti in Grecia, a sinistra, amano Syriza e il suo leader, Alexis Tsipras. Lo rivela, sul Corriere della Sera, Andrea Nicastro, con un certo coraggio di andare contro il mito prevalente e dominante della sinistra in Italia.
Andrea Nicastro ha intervistato Petros Markaris, il giallista padre del commissario Charitos, “autore di una splendida tetralogia sui disastri provocati dalla recessione” ma, avverte, che prima di lui si sono pronunciati contro Tsipras personaggi e mostri sacri della sinistra internazionale oltre che greca come il vecchio Mikis Theodorakis, il compositore di Zorba il greco («Voterei Syriza, ma solo se si impegnasse esplicitamente ad abolire il memorandum con l’Europa che incatena la Grecia) e Apostolos Dioxadis, l’autore di «Zio Petros e la Congettura di Goldbach» («Fanfaroni, impreparati, opportunisti, assetati di potere»)
Ora anche Petros Markaris, “si schiera contro”:
“Il confronto frontale tra Syriza e l’attuale partito di governo Nea Dimokratia sta spaccando un Paese che non ha più classe media. Ormai siamo al “noi o loro”. L’ho sentito dal ’49 al ’75 con la guerra civile e la dittatura: noi o loro. Non va bene, è irresponsabile. Sento anche dire che è arrivata finalmente la rivincita per la sconfitta nella guerra civile. Stupidi. Syriza è un partito senza principi, disponibile anche a candidare gente di destra purché porti voti. Non mi aspetto niente di buono”.
Aggiunge Petros Markaris:
“Facciamo finta che Syriza non sostenga di essere di sinistra, anzi di estrema sinistra. Consideriamo solo che già domani, il suo leader Alexis Tsipras dovrà trattare con la Troika. Come farà a mantenere tutte le promesse che ha fatto? Come assumerà i licenziati, cancellerà le tasse, aumenterà i salari e le pensioni? Tsipras sa di promettere l’impossibile, perché il suo obbiettivo è solo vincere, non affermare ideali di sinistra. Gradirei politici responsabili, non venditori di barzellette. Vorrei un programma realistico per difendere il Paese. Anche perché, prima di votare, penso al mito del labirinto: ci entri facilmente, ma poi non riesci a uscire”.
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