Sondaggi, Boris Johnson rimonta, Starmer declina, labour torna giù, dai vaccini rilancio al Governo conservatore

Sondaggi, Boris Johnson in rimonta. E al contrario un riscontro poco lusinghiero per la leadership laburista di sir Keir Starmer. Dopo un buon avvio, per la prima volta un nuovo sondaggio ha rivelato, riferisce Giampaolo Scacchi. Per il pubblico è meno popolare di Boris Johnson.

Secondo quanto riportato dal Daily Mail, i risultati del sondaggio di Redfield e Wilton Strategies mostrano che l’indice di gradimento di Starmer è diminuito di 7 punti.

Il sondaggio è stato condotto lunedì 22 febbraio. Il giorno in cui Johnson ha svelato la roadmap per far uscire l’Inghilterra dal lockdown, nel corso della primavera. Il suo punteggio personale è salito di 3 punti.
 
Tuttavia, il sondaggio ha rilevato che entrambi i politici sono parecchio indietro rispetto al Cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak. Che ha un indice netto di gradimento del + 30%.

Sondaggi in crescita per il partito conservatore

Crescita di consensi anche per i Tory. Redfield e Wilton li hanno aumentati di  2 punti rispetto al 43%. Mentre i laburisti sono scivolati di 1 punto al 37%.
Anche l’indice di net rating del governo è salito al -5%, rispetto al -13% di tre settimane fa.
 
I risultati coincidono con un precedente sondaggio della scorsa settimana. Mentre Starmer tenta di imporre la sua autorità su un partito irrequieto. Per non aver saputo sfruttare gli errori dei Tory durante il lockdown.
 
Secondo un sondaggio di Savanta ComRes il leader laburista è a meno quattro, in calo di due punti nell’ultimo mese. Mentre Johnson nello stesso periodo è passato da meno otto a meno due.
 
Il leader laburista è andato ancora peggio sulla domanda chi sarebbe il miglior primo ministro. È stato scelto dal 27% (in precedenza 31%) rispetto a Johnson che è passato dal 38 al 43%.

Il segnale della crescita nei sondaggi per il primo ministro

Per il Primo Ministro i segnali di un aumento nell’indice di gradimento sono arrivati. Quando Gavin Williamson ha affermato che i problemi di fornitura di vaccini contro il coronavirus non sono responsabilità del governo. Poiché nel giro di un mese la Gran Bretagna ha subito la peggiore crisi.
 
Il ministro dell’Istruzione ha insistito che “non ci sono problemi” per la consegna delle dosi. E che “ci saranno sempre dei giorni” in cui la somministrazione sarà inferiore.
 
I dati mostrano che nel Regno Unito domenica scorsa sono stati distribuiti solo 150.000 vaccini Covid, la peggiore produzione giornaliera. Da quando a gennaio il programma ha iniziato ad accelerare. Lunedì scorso sono state somministrate solo 210.000 dosi. In calo di oltre un quarto rispetto alla settimana precedente.
 
Nonostante la preoccupante tendenza Williamson ha spiegato di avere “completa fiducia”. Che la gigantesca operazione del SSN presto “sarà in ripresa”.
 
Commenti in contrasto con il ministro della Sanità Matt Hancock, il quale ha rivelato che una carenza di dosi a livello europeo in Gran Bretagna potrebbe comportare un rallentamento delle vaccinazioni.
 
Sull’argomento è intervento anche Jonathan Van Tam, consulente del governo britannico e vice capo della Sanità inglese, dicendo che il calo è stato causato dalle “fluttuazioni nelle forniture”.

 
 
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