Spagna, deficit all’8%. Rajoy vara la prima stangata

MADRID – Madrid si affaccia sul 2012 con la prima stangata lacrime e sangue promessa dal nuovo premier di centrodestra Mariano Rajoy per curare le conseguenze della ''frivola'' gestione del Paese da parte del suo predecessore socialista Jose' Luis Zapatero.

Alla seconda riunione dell'era Rajoy il governo di Madrid ha confermato che il Paese dovra' stringersi seriamente la cinghia nei prossimi mesi, annunciando una prima manovra che – fra tagli alla spesa pubblica, aumento delle imposte e intervento sugli statali – pesera' per circa 15 miliardi.

Ma i sacrifici chiesti al Paese saranno probabilmente ancora piu' pesanti. La vicepremier Soraya de Santamaria ha chiarito che il deficit pubblico 2011 sara' dell'8% e non del 6% come promesso dal governo Zapatero.

Nei giorni scorsi Rajoy aveva gia' messo le mani avanti, avvertendo che ogni punto di sforamento costera' al Paese ulteriori tagli da 10 miliardi, oltre ai 16,5 previsti per scendere dal 6% al 4,4% nel 2012. I dati definitivi saranno resi noti in febbraio. In quel momento scattera' la manovra bis.

Ma il nuovo governo popolare, impegnato con l'Europa e deciso a ripristinare la fiducia dei mercati nel Paese, non ha perso tempo. Le misure decise oggi sono piu' ampie del previsto.

''Siamo in una situazione straordinaria e imprevista che ci costringe a prendere misure straordinarie e impreviste'', ha detto de Santamaria: ''e questo e' solo l'inizio dell'inizio'' ha avvertito, annunciando ''un pacchetto di riforme strutturali per correggere il deficit pubblico e ridinamizzare l'economia''.

Il 7 gennaio dovrebbe partire la riforma del mercato del lavoro. La prima manovra dell'era Rajoy prevede tagli alla spesa pubblica da 8,9 miliardi, e maggiori entrate con l'aumento ''temporaneo'' di Irpef e Ici per altri sei miliari circa, secondo il ministro del Tesoro Cristobal Montoro.

Il governo ha prolungato il congelamento degli stipendi pubblici deciso da Zapatero, azzerato il turnover per gli statali (il cui orario di lavoro crescera' di 2,5 ore settimanali a quota 37,5).

La cura di dimagrimento sara' piu' leggera solo per sanita', educazione, fisco e forze di sicurezza, dove sara' sostituito il 10% di chi partira'. E' stata decisa la riduzione del 20% delle strutture amministrative, la soppressione di 30 direzioni generali. E la scure si abbatte subito sui costi della politica, con un taglio del 20% dei contributi pubblici a partiti e sindacati.

L'aumento ''temporaneo di solidarieta''' dell'Irpef sara' ''progressivo ed equo'', limitato al 2012 e al 2013, ha detto Montoro. Sara' dello 0,75% per la fascia piu' bassa e del 7% dai 300mila euro.

Rajoy ha un po' addolcito la pillola imposta agli spagnoli per Capodanno con un contorno di misure sociali: le pensioni congelate da Zapatero saranno rivalutate dell'1% dal primo gennaio, l'aumento della luce e' stato fermato, e' stato prorogato l'aiuto di 400 euro al mese ai disoccupati senza altre risorse.

E' ''una stangata storica'' sintetizza El Pais online. Ma gli spagnoli, che fino al 2008 fa vivevano nell'euforia di un 'miracolo economico' trainato dalla bolla immobiliare 'tossica', poi esplosa, ora sanno che non sara' l'ultima.

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