Spagna, in Andalusia Rajoy vince ma non abbastanza

MADRID – Vince ma non governa: il Partido Popolar del premier spagnolo Mariano Rajoy in fin dei conti non ha vinto la scommessa delle elezioni regionali in Andalusia. Ha conseguito un primo posto 'storico', superando per la prima volta dalla fine del franchismo i socialisti, ma non ha ottenuto una maggioranza assoluta dei seggi nel parlamento di Siviglia.

Il Pp passa da 47 a 50 seggi, il Psoe scende da 56 a 47, e la sinistra di Izquierda Unida (Iu) registra una crescita spettacolare e raddoppia i seggi da 6 a 12. L'ipotesi più probabile è che i socialisti del premier regionale uscente José Antonio Grinan formino una coalizione di governo con Iu, lasciando all'opposizione i popolari del candidato premier Javier Arenas, nonostante lo 'storico' primo posto.

Nelle altre elezioni regionali in programma oggi, quelle nel piccolo principato delle Asturie, il centrodestra ottiene invece la maggioranza. Il Foro di Asturie del premier uscente Francisco Cascos, ex-dirigente del Pp uscito dal partito, con 13 seggi, e i popolari, con 10, hanno insieme una maggioranza assoluta di 23 deputati regionali su 45. Il Psoe ottiene 16 seggi, Izquierda Unida 5 e i centristi di Upyd 1.

Ma l'attenzione del palazzo della politica spagnolo era concentrata tutta sull'Andalusia, la piu' grande e popolosa, regione del Paese, ma anche quella con il tasso di disoccupazione più alto, un astronomico 31,5%. I sondaggi promettevano a Rajoy la vittoria e una maggioranza assoluta con la 'storica' conquista dell'ultimo feudo socialista. Cosi non è stato.

Il Psoe ha perso ma meno del previsto, e soprattutto il voto degli scontenti è confluito sulla sinistra di Iu piuttosto che sul Pp di Rajoy.

Sul risultato peggiore del previsto del Partido Popular ha pesato probabilmente molto l'impopolare riforma del lavoro varata da Rajoy a metà febbraio, che rende più facili e meno costosi per le imprese i licenziamenti. Contro questa riforma i sindacati hanno proclamato uno sciopero generale, il quarto dalla fine del franchismo, giovedi prossimo.

Se avesse vinto in Andalusia, aveva scritto El Pais, Rajoy sarebbe diventato il premier con più potere dalla morte di Franco. Avrebbe controllato oltre al governo e al parlamento (con maggioranza assoluta) di Madrid, quasi tutte le regioni e le principali città del Paese.

Al Psoe ora guidato da Alfredo Rubalcaba, erede di José Luis Zapatero, sarebbe rimasta solo la guida dei Paesi Baschi, ma dove il governo minoritario socialista regge solo con l'appoggio esterno dei popolari. Per Rajoy comunque la pagina andalusa ora e' girata.

Il governo di Madrid attendeva che fossero passate queste elezioni sensibili per presentare al Paese la nuova dura manovra da 20 miliardi (dopo i tagli da 15 miliardi già decisi il 30 dicembre) che Bruxelles esige per abbassare dall'8,5% ereditato da Zapatero nel 2011 al 5,3% quest'anno il deficit.

Ora il premier spagnolo ha le mani libere per 4 anni, e una comoda maggioranza assoluta in parlamento. E già venerdì, all'indomani dello sciopero generale, scatterà il nuovo giro di vite.

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