MADRID – E' stato il giorno della svolta nella Spagna del dopo-Zapatero, con il discorso programma 'lacrime e sangue' alla tribuna del Conbgfresso dei deputati del premier incaricato Mariano Rajoy, vincitore delle politiche anticipate del 20 novembre con una maggioranza assoluta in seggi.
Il leader popolare, che domani otterra' l'investitura del parlamento e mercoledi giurera' davanti a re Juan Carlos, ha avvertito che il paese affronta ''enormi difficolta''' che richiedono ''sforzi molto pesanti''. Solo un capitolo, ha chiarito, sfuggira' ai tagli, come promesso dal Pp in campagna elettorale. Quello delle pensioni, congelate da Zapatero, che saranno rivalutate dal primo gennaio. In tutti gli altri settori della spesa pubblica cadra' la scure.
Le misure di austerita' saranno precisate dal nuovo governo nel consiglio dei ministri del 30 dicembre (il primo si terra' il 23). La manovra sara' di almeno 16,5 miliardi di euro se a fine anno il deficit sara' effettivamente al 6%, come prevedeva il governo Zapatero. Ma e' un limite che ''rischia di essere superato'' ha avvertito Rajoy.
Se sara' piu' alto i tagli saranno piu' pesanti. Se sara' al 7%, bisognera' tagliare altri 10 miliardi. Il nuovo uomo forte della politica spagnola ha annunciato che la lotta contro la disoccupazione – esplosa al 23% della popolazione attiva, al 46% fra i giovani – sara' la priorita' numero uno del nuovo governo. Rajoy ha annunciato incentivi per 3mila euro per le imprese che assumeranno giovani al primo impiego, sgravi e agevolazioni per Pmi e autonomi, una grande riforma del mercato del lavoro, che dovra' essere finalizzata entro marzo.
Austerita', snellimento, rilancio dell'economia: il leader popolare ha escluso per ora un aumento delle imposte, ma ha promesso una riforma dell' amministrazione, il congelamento del turnover per gli statali, il completamento della riforma del settore finanziario – le banche dovranno vendere gli attivi immobiliari piu' o meno tossici – con ulteriori fusioni e ricapitalizzazioni.
Nel ventaglio di misure di razionalizzazione dell'economia ci sara' anche l'abolizione dei numerosi 'ponti' del calendario lavorativo spagnolo (la maggior parte delle feste pubbliche saranno spostate al lunedi), la revisione dell'imposta sulle societa', la riforma dei metodi di gestione delle tv pubbliche nazionali e regionali – pesantemente deficitarie – una riforma del settore educativo, con l'introduzione di un ''bilinguismo spagnolo inglese'', l'abolizione dei prepensionamenti, salvo casi eccezionali, la riforma dell'amministrazione nazionale e regionale, per evitare costosi doppioni e sovrapposizioni.
Davanti alla situazione di emergenza del paese, nel mirino dei mercati, Rajoy ha annunciato un strategia di dialogo con tutte le forze dell'opposizione: ''per il compito che abbiamo di fronte il governo da solo non basta, ci vuole l'aiuto di tutti''. Dal capo del'opposizione, il socialista Alfredo Rubalcaba, erede di Jose' Luis Zapatero almeno fino al congresso Psoe di febbraio, e' venuta una offerta di collaborazione: Rubalcaba ha proposto di concludere tre patti con il governo su Europa, controllo del deficit e riforma dell'amministrazione. Il Psoe ha promesso una opposizione costruttiva: ''noi spagnoli usciamo piu' in fretta dalle grandi crisi quando siamo tutti insieme''..