Tribunale Ue salva Apple: fisco amico in Irlanda non è aiuto di Stato. Annullata multa da 13 mld

Il Tribunale dell’Unione europea ha annullato la decisione delle Commissione Ue sui “tax ruling” irlandesi a favore di Apple.

In pratica è stata annullata la multa da 13 miliardi di euro imposta dal commissario alla Concorrenza Margethe Vestager nei confronti di Apple. 

Un “siluro” per l’Antitrust Ue

Uno smacco per l’Antitrust europeo che nel 2016 aveva qualificato come illegittimo aiuto di Stato il regime fiscale di cui ha beneficiato il colosso tecnologico in Irlanda.

Un “siluro”agli sforzi Ue di recuperare risorse dagli utili prodotti in Europa dai colossi extraeuropei, secondo il Financial Times. Che ricorda gli avvertimenti di numerosi esperti legali dopo il ribaltamento della sentenza su Starbucks.

La Ue, questo il senso dell’avviso, non aveva alcuna garanzia di una sentenza favorevole stante la difficoltà a sostenere l’onere della prova a dimostrare l’aiuto di Stato.

Rammarico del Tribunale, ma aiuto di Stato tutto da dimostrare

Pur esprimendo rammarico per “la natura incompleta e talvolta inconsistente del tax ruling contestato”, il Tribunale s’è visto costretto a bocciare il lavoro dell’Antitrust Ue. 

In punta di diritto la Commissione ha sbagliato approccio giuridico, non riuscendo a dimostrare il vantaggio selettivo offerto dall’Irlanda alla multinazionale.

O meglio, concesso a due società di diritto irlandese, Apple Sales International (Asi) e Apple Operations Europe.

Società diretta emanazione della casa madre a Cupertino in California che detengono i diritti d’uso della proprietà intellettuale di Apple per la vendita e la fabbricazione dei prodotti Apple fuori dal continente americano.

Profitti Apple in Ue tassati (poco) solo a Dublino

In pratica le vendite effettuate in Europa venivano registrate solo in Irlanda che provvede a tassare solo una parte (minima) di quegli utili.

Dublino infatti ha adottato un sistema fiscale che prevede una tassazione al 12,5% per le imprese.

“Ma – segnala Marco Bresolin su La Stampa – secondo l’Indagine le aziende collegate ad Apple, grazie a un complicato meccanismo concordato con il governo di Dublino, avrebbero pagato un tasso effettivo dell’1% nel 2003. Ssceso poi allo 0,5% nel 2001 e addirittura allo 0,005% nel 2014”.

La sentenza del Tribunale Ue

“La Commissione non è riuscita a dimostrare in modo giuridicamente adeguato l’esistenza di un vantaggio anticoncorrenziale ai sensi dell’Articolo 107”, si legge nella sentenza.

Dov’è il “vantaggio selettivo” concesso a Apple?

Secondo il Tribunale, “la Commissione ha sbagliato a dichiarare che la Apple ha avuto un vantaggio selettivo. E quindi, per estensione, un aiuto di Stato”.

Bruxelles “ha concluso erroneamente” che le autorità fiscali irlandesi “hanno dato ad Apple un vantaggio selettivo”.

Avendo consentito loro di non imputare alle loro filiali irlandesi i redditi ottenuti dalle vendite fuori dall’America.

Per il Tribunale “la Commissione avrebbe dovuto dimostrare che il reddito rappresentava il valore delle attività realmente portate avanti dalle filiali irlandesi”.

Inoltre “la Commissione non è riuscita a dimostrare errori metodologici nel tax ruling contestato che avrebbe portato ad una riduzione dei profitti di Apple in Irlanda”. (fonti Ansa, La Stampa, Sole 24 Ore)

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